Reggio Emilia, quartiere residenziale di via Settembrini

Localizzazione GPS:
44° 39′ 56.22″ N, 10° 38′ 1.33″ E

Stato dell’intervento:
Ultimato.

Cronologia:
– previsione: PRG 1999;
– esecuzione: Piani Pluriennali di Attuazione 2006-2011.

Descrizione:
L’asse stradale di via Settembrini costituiva, sino a una decina di anni fa, uno degli assi principali di penetrazione della campagna verso la città; una campagna che, giungendo a lambire i viali periferici del centro storico, si prolungava senza soluzione di continuità e con un elevato valore paesaggistico, naturalistico ed agricolo, fino alla zona pedemontana a sud di Reggio, ovvero ad una fascia di grandissimo pregio ambientale, collocata non distante dalla città. Questo “cuneo verde”, meta ideale per gite fuori porta a piedi o in bicicletta, e sede di realtà agricole di grande qualità a ridosso del nucleo urbano, ha subito un processo massiccio di edificazione “a bassa densità”, secondo la tipologia prevalente delle finte corti rurali; sull’area sono sorti nuovi assi stradali che hanno spezzato l’orditura storica del territorio agricolo, predisponendo l’intera zona a successivi assalti edificatori. L’intervento, realizzato con incredibile rapidità, ha visto la nascita simultanea di decine di diversi cantieri, che hanno compromesso nel complesso una superficie di circa 200 ettari di campagna, punteggiandola e via via saturandola con una distesa anonima e uniforme di palazzine prive di progettualità urbana, bensì corrispondenti alla mera logica dell’edificazione speculativa attuata per lotti.

Tra di questi, di particolare interesse documentario è l’edificio realizzato in seguito ad un concorso di architettura dedicato al tema della “casa più bella del mondo”, di cui si riporta una immagine del progetto vincitore, e sulla cui facciata campeggia la scritta, che oggi suona decisamente beffarda: “la bellezza salverà il mondo.”

Sempre a livello documentario, ci pare interessante, nei confronti delle modalità di gestione del territorio reggiano, raccontare dell’insegna pubblicitaria di uno degli annunci immobiliari che costellano i nuovi cantieri, la quale mette in rilievo il seguente pregio distintivo: “L’intervento è all’interno della Zona di Rispetto del Parco del Crostolo, protetta da vincolo paesaggistico: questo implica la garanzia che non potranno essere edificate ulteriori nuove costruzioni nella zona.”

Criticità:
1. L’edificazione è avvenuta per lotti sporadici, privi di un qualunque orizzonte di Masterplan, e quindi senza alcun coordinamento e inserimento progettato, il che ha portato alla saturazione di un cuneo verde di enorme pregio paesaggistico, naturalistico e agricolo, determinandone la perdita totale dell’identità originaria. Parte di questa responsabilità va rintracciata anche nel fatto che l’area è stata interessata da massicci interventi di delocalizzazione di volumetrie esistenti, o di previsioni urbanistiche, in seguito modificate da apposite varianti.

2. La realizzazione dell’impianto infrastrutturale dei nuovi piani attuativi è avvenuta in maniera avulsa rispetto alla tessitura storica del territorio circostante,determinandone la rottura e la perdita di intelligibilità e di omogeneità.

3. E’ mancato un progetto complessivo di connessione dei nuovi insediamenti rispetto alla città di Reggio, sia in riferimento alla mobilità sostenibile (piste ciclo-pedonali) sia nei confronti della viabilità motorizzata: le nuove edificazioni sono state autorizzate in maniera additiva lungo un asse portante, quello di via Settembrini, che altro non era, ed ancora è, che una strada di campagna di importanza locale.

4. A parte la realizzazione di una scuola primaria, l’intervento si denota per la mancanza del minimo livello di servizi di quartiere e di spazi per l’aggregazione, l’impressione che se ne ricava visitandolo, complice anche l’elevato tasso di invenduto che caratterizza molte unità edilizie, è quello di un quartiere privo di una propria identità, e dominato dalla relazione prevalente appartamento-garage-automobile.

Immagini:

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