Reggio Emilia, quartiere residenziale di Parco Ottavi

Localizzazione GPS:
44° 42′ 2.27″ N,  10° 35′ 59.79″ E

Stato dell’intervento:
Cantiere incompiuto.

Ente/società promotrice:
Cooperativa Muratori Reggiolo, CME e CONABIT.

Cronologia:
– previsione: PRG 1999;
– progettazione: 2001-2004;
– approvazione Piano Particolareggiato: 2007;
– avvio cantieri: 2008.

Descrizione:
Il progetto di Parco Ottavi costituisce il più grande intervento unitario di espansione residenziale mai tentato a Reggio Emilia; coordinato da un Masterplan firmato dallo studio Isolarchitetti di Torino e dal CCDP di Reggio Emilia, prevedeva la trasformazione di circa 53 ettari di terreno agricolo in un grande quartiere residenziale “verde” collocato alle porte della città. Il masterplan proponeva nuove edificazioni per quasi 2000 alloggi tra appartamenti e residenze unifamiliari, per un totale di circa 4500 nuovi abitanti, e poi scuole, servizi sportivi, una biblioteca e un grande centro commerciale. Completavano il piano un ampio parco pubblico di 20 ettari, posto al centro del nuovo quartiere, 8 km di piste ciclabili interne, e una linea di metropolitana leggera, da attivarsi lungo l’attuale tracciato della linea ferroviaria locale Reggio Emilia – Ciano d’Enza.

Al seguente link si può trovare il videorendering del progetto: www.youtube.com/watch?v=Pfg6XVXdspc.

Criticità:
1. L’area su cui sorge l’intervento costituiva una delle ultime aree agricole nel quadrante ovest della città, un “cuneo verde” la cui saturazione spostato il margine urbano tra città e campagna circa un chilometro più a ovest.

2. La dimensione dell’intervento avrebbe causato un sensibile aggravio alla viabilità dell’intero quadrante urbano, già intensamente trafficato durante le ore di punta; inoltre, il modello urbanistico adottato privilegiava l’utilizzo dell’automobile, sia per i collegamenti verso l’esterno, essendo il nuovo quartiere affacciato ad una importante arteria tangenziale, che al proprio interno; infatti, nonostante la ricca dotazione di servizi, questi non risultavano dislocati in maniera integrata, ma concentrata in un unico agglomerato commerciale, collocato in posizione marginale rispetto all’area residenziale, in modo da risultare appetibili anche a un pubblico di non residenti; si evidenzia inoltre che tale agglomerato commerciale si sarebbe trovato in posizione intermedia rispetto ad altri due grandi centri commerciali esistenti, posti a meno di due chilometri uno dall’altro.

3. La realizzazione della viabilità di quartiere, incentrata su una nuova bretella stradale da realizzarsi nel mezzo di un territorio agricolo intatto, lascerebbe prevedere l’estensione ulteriore della spinta edificatoria lungo tale asse, nel corso degli anni a venire.

4. Il nuovo intervento è stato definito un “quartiere verde”, ma questo termine non può essere accettato, dal momento che la sua realizzazione dipende essenzialmente dal consumo di superficie agricola. Esemplare a proposito è il sito della Regione Emilia Romagna, nel quale il progetto viene descritto come una trasformazione “da semplice area verde a ecosistema”, implicitamente ammettendo che il terreno destinato ad uso agricolo costituisca non un ecosistema complesso e delicato, ma un’area priva di valore naturalistico, destinata prima o poi a subire lo sviluppo della cementificazione, all’interno della quale l’aggiunta di qualche albero e stagno basterebbe ad elevare una qualsiasi periferia al rango di ecosistema sostenibile.

5. Il progetto, che prevedeva la realizzazione di quasi 2000 nuovi alloggi, è stato sviluppato in una città nella quale si andava costruendo tantissimo e in maniera disordinata, con l’accumulazione di un’enorme quantità di invenduto, che nel solo settore residenziale ha raggiunto una stima di 7000 alloggi, senza contare gli innumerevoli capannoni vuoti e gli edifici per il terziario sottoutilizzati.

6. La gestione del progetto si è rivelata fallimentare; già previsto dal PRG del 1999, il Piano è stato approvato solamente nel 2007, e i cantieri sono stati avviati a crisi economica iniziata; il repentino crollo del mercato edilizio ha portato alla paralisi dell’iniziativa, alla chiusura dei cantieri e al fallimento della società promotrice, la Cooperativa Muratori Reggiolo, una delle principali aziende di costruzioni della provincia reggiana.

7. L’interruzione dei lavori ha lasciato l’intera area d’intervento devastata, con i principali elementi strutturanti incompiuti e inutilizzabili, e la totale perdita della funzione agricola precedente. Solo alcune famiglie, delle centinaia previste dal piano, risiedono oggi nei pochi edifici completati, sperduti in mezzo al grande cantiere abbandonato; l’area del cantiere risulta oggi recintata e non accessibile, e soggetta a un pesante stato di degrado.

Immagini:

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Fonti delle immagini: Google Earth/Google Maps, Bing Maps per le foto tridimensionali


File KMZ