Cemento, scarichi abusivi, pesca di frodo, privatizzazioni. 13.149 violazioni commesse nello scorso anno, 36 ogni giorno.
In Emilia-Romagna sono 546 le infrazioni accertate nel 2011: si compiono 4,2 reati ambientali ogni chilometro di costa.
La Goletta Verde molla gli ormeggi per una nuova estate in difesa del mare: dal 7 al 9 agosto farà tappa a Ravenna.
Un campanello d’allarme che suona 36 volte al giorno, in media ogni 2 chilometri di costa: nel 2011 sono stati 13.149 i reati ambientali compiuti a danno del mare e delle coste italiane. Scarichi fognari non depurati, ingiustificate o illegali colate di cemento che deturpano le coste, rifiuti, privatizzazione del demanio e pesca illegale: l’integrità del nostro prezioso ecosistema marino è sotto costante minaccia. La regione Campania, con 2.387 reati pari al 18% del totale nazionale, è prima nella black list, con ben 5 reati ogni chilometro di costa. Seguono a ruota Sicilia, 1.981 infrazioni, Puglia e Calabria, rispettivamente con 1.633 e 1.528 illegalità riscontrate. In totale, le quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa totalizzano insieme oltre il 57% del totale nazionale dei reati. La tipologia di reato maggiormente riscontrato riguarda la pesca di frodo (quasi 5mila infrazioni), seguita dall’abusivismo edilizio sul demanio con 3.171 illeciti e dalla mancata depurazione con 2.669 violazioni. In totale, per i crimini commessi ai danni del mare si contano 15.790 tra denunciati e arrestati e 3.870 sequestri.
L’Emilia-Romagna scala la classifica del “mare illegale” raggiungendo il 9° posto: 546 le infrazioni accertate nel corso del 2011, il 4,2% sul totale nazionale; 725 persone denunciate o arrestate in regione; 251 i sequestri. In proporzione ai chilometri di costa, la nostra regione è seconda solo alla Campania: sui nostri 131 chilometri di litorale si compiono 4,2 infrazioni per ogni chilometro di costa.
Questa la fotografia che ci restituisce il Dossier “Mare Monstrum 2012”, un’analisi attenta e dettagliata che mappa gli abusi e passa in rassegna i principali nemici del mare e delle coste, basato sul lavoro delle Forze dell’ordine e delle Capitanerie di porto. Il rapporto è stato presentato questa mattina durante la conferenza stampa di lancio dell’edizione 2012 della Goletta Verde di Legambiente.
Per il ventisettesimo anno consecutivo, la Goletta Verde di Legambiente, ritorna a navigare per schierarsi contro i pirati del mare, che sfruttano in ogni modo a fini privati un bene pubblico insostituibile. Il consueto periplo dello Stivale partirà il 23 giugno da Imperia e si concluderà il 14 agosto a Trieste, un viaggio in 26 tappe da nord a sud della Penisola per dar seguito alle tante battaglie in difesa dell’ecosistema marino e del territorio che Legambiente porta avanti dal 1986, denunciando, informando, coinvolgendo i cittadini con l’auspicio di promuovere esempi positivi all’insegna della sostenibilità ambientale. Goletta Verde ormeggerà anche sulle coste emiliano-romagnole non esenti dalle classiche problematiche dei litorali italiani: l’appuntamento è previsto per il 7, 8 e 9 agosto a Ravenna.
La situazione in Emilia-Romagna
L’Emilia-Romagna scala la classifica del “mare illegale” raggiungendo il 9° posto: 546 le infrazioni accertate nel corso del 2011, il 4,2% sul totale nazionale; 725 persone denunciate o arrestate in regione; 251 i sequestri. In proporzione ai chilometri di costa, la nostra regione è seconda solo alla Campania: sui nostri 131 chilometri di litorale si compiono 4,2 infrazioni per ogni chilometro di costa.
Legambiente è attiva da anni con vertenze e azioni giudiziarie contro la cementificazione dilagante sulle coste della nostra regione, ed a favore del libero accesso al mare nella zona della battigia demaniale.
Caso emblematico in regione, per quanto riguarda l’accesso al mare, è la Provincia di Rimini, che conta circa 700 bagni privati su un totale di 1.400 stabilimenti e 3.300 alberghi su un totale regionale di 4.500, con 64.000 alloggi privati, fatti prevalentemente di seconde case, su una fascia costiera che dal 1945 ad oggi ha visto passare l’occupazione delle aree urbane dal 7 al 33% del territorio.
Ai Lidi di Comacchio invece l’associazione si batte da anni con vertenze ed azioni giudiziarie, contro molti progetti di speculazione edilizia come quello che riguarda l’edificazione di case e villette, che sta mettendo a rischio le pinete litoranee.
“Ogni centimetro della battigia – dichiara Lorenzo Frattini, presidente di Legambiente Emilia-Romagna – è occupato da bar, cabine, ombrelloni, ristoranti, centri benessere e discoteche. Il tutto a scapito del paesaggio, della tenuta stessa delle coste e della fruibilità gratuita delle spiagge da parte dei cittadini. Una cementificazione che, se sommata a quella delle seconde case e dei villaggi vacanza, non accenna a fermarsi”.