Localizzazione:
Nel bel mezzo della campagna parmense, in una delle poche aree ancora preservate da cemento e capannoni, è prevista la realizzazione di un tratto del raccordo autostradale Tirreno – Brennero, che al momento non si collegherà a nessun altro asse viario esistente, ma si concluderà nel nulla della pianura.
La Provincia di Parma, prima sostenitrice dell’opera (ma in compagnia delle amministrazioni comunali di vario colore), in assenza dei fondi per realizzare l’intero tracciato ha scelto di attuare una soluzione per lotti, che rischia di non essere mai terminata. Di certo ci sono gli impatti sul territorio coinvolto, ma anche le annesse “opere compensative” che in molti casi consistono in tangenziali e tangenzialine nei comuni limitrofi.
Descrizione:
L’intervento complessivo prevederebbe la realizzazione del raccordo autostradale di collegamento tra l’autostrada A15 Parma – La Spezia, in località Fontevivo, e l’autostrada A22 Brennero – Modena, in località Nogarole Rocca. Il raccordo dovrebbe avere una lunghezza di circa 85 km comprensivi dell’adeguamento di un tratto (2,5 km) dell’Autostrada A15 a sud dell’intersezione con l’A1. Sono previste due carreggiate, ciascuna costituita da due corsie oltre a quella di emergenza, sette autostazioni e due interconnessioni (A1, A22).
Il raccordo autostradale in progetto interessa gli ambiti territoriali della regione Emilia Romagna (oltre che Lombardia e Veneto) per circa 17,5 km.
Il progetto realizzato da Anas ed Autocisa e dovrebbe avere un costo totale di circa 1.800 milioni di euro.
Criticità:
Il progetto preliminare della Società proponente evidenziava profonde mancanze e impatti sul territorio: occorre evidenziare gli aspetti più rilevanti.
– Il collegamento autostradale sarebbe l’unica parte del “Corridoio plurimodale Tirreno-Brennero”, inserito nel programma delle opere strategiche della Legge Obiettivo, ad essere realizzato. Non esistono infatti decisioni di investimenti da parte del Ministero delle Infrastrutture o da parte delle Ferrovie dello Stato per la realizzazione di un collegamento tra la Linea Pontremolese, in fase di adeguamento, e la linea Modena-Verona attualmente ad un solo binario. La conseguenza sarebbe un evidente aumento dei flussi di traffico stradale di lunga percorrenza e locali nel territorio. E’ evidente che aumenteranno i passaggi lungo il territorio e quindi le emissioni di CO2, mentre non è affatto dimostrato che l’autostrada sarà efficace nei confronti dei flussi presenti sulle attuali strade statali, in quanto per la maggior parte degli spostamenti nel territorio, non risulta una utile alternativa. L’unico modo per diminuire le emissioni gassose è di spostare i flussi di attraversamento sulla ferrovia e di rispondere alle specifiche domande di accessibilità.
– Il progetto genera un impatto sul territorio che lo studio non affronta. In nessuna parte dei documenti presentati si affrontano in maniera complessiva e esaustiva le conseguenze irreversibili che l’autostrada avrebbe rispetto ad una delle aree agricole storicamente più importanti, forti, radicate d’Europa, né nei confronti del complesso sistema di fiumi e corsi d’acqua attraversato e profondamente modificato.
– Il tracciato complessivo interseca i fiumi Oglio, Taro, Po, Mincio, Tione oltre a numerosissimi corsi d’acqua minori. L’opera ha un diretto impatto su ecosistemi boschivi, su aree golenali e su alvei di grande pregio e delicatezza che hanno subito in questi decenni “interventi estrattivi perpetrati indiscriminatamente”, come viene ammesso dagli stessi studi.
– Il tracciato dell’autostrada e la localizzazione delle stazioni di servizio avrebbe un impatto irreversibile su ecosistemi assolutamente integri, tutelati come il Parco regionale dell’Oglio e del Mincio, da dove sarebbero presi inerti e realizzati cave e cantieri. L’impatto e i fabbisogni idrici appaiono sottostimati. Non vengono considerati i fabbisogni necessari al cantiere, e l’impatto che gli emungimenti avrebbero sulla falda attraverso i pozzi esistenti o quelli di nuova realizzazione.
– L’attenzione dello Studio nei confronti del territorio agricolo è evidente da come viene definito il territorio tra il Po e l’Oglio: come “parte di una pianura alluvionale sostanzialmente monotona e priva di elementi morfologici ed ambientali di rilievo”. Non viene, in questo contesto tenuta in sufficiente considerazione l’importanza del territorio agricolo e come esso viene tagliato dall’autostrada, infatti non si osservano criteri precisi di valutazione del sistema poderale e al rapporto dell’infrastruttura con il sistema degli edifici agricoli, carattere di identità storica-paesistica del territorio. Non viene adeguatamente valutato l’inserimento dell’intersezione dell’opera con l’autostrada A1, che prevede di occupare un ampio territorio, demolendo casali e attività agricole ma definite “soluzioni che si inseriscono correttamente nel contesto territoriale, non alterando la percezione dei luoghi”.
– Solo pochi anni fa è stata realizzata ed aperta al traffico, con notevole impatto sul comparto agricolo e paesaggistico, la tratta della Cispadana, strada a scorrimento veloce lunga circa 25 km che unisce Brescello e Suzzara. Tale raccordo già si pone, dunque, quale rapida bretella con direzione sud/ovest – nord/est tra la via Emilia e l’Autostrada A22 del Brennero (casello autostradale di Pegognaga).
Tra i principali impatti che la Ti-Bre avrà sul patrimonio paesaggistico, agrario e naturale della pianura parmense, già nota per essere uno dei paesaggi più antropizzati al mondo saranno:
– attraversamento del Sic-Zps Medio e Basso Taro;
– attraversamento del Sic-Zps Area delle risorgive di Viarolo, Bacini di Torrile e Fascia golenale del Po;
– attraversamento dell’IBA (Important Bird Area) 197;
– realizzazione di un casello autostradale (con relativi svincoli e viabilità di collegamento) all’interno del Sic-Zps Area delle risorgive di Viarolo, Bacini di Torrile, Fascia golenale del Po e dell’IBA 197; lo stesso casello sarebbe in prossimità di corsi d’acqua minori, ma definiti “ meritevoli di tutela” in quanto originati da fontanili;
– attraversamento dei due principali corridoi ecologici fluviali della pianura parmense, quello del Medio-Basso Taro e del Po;
– attraversamento di aree in cui nidificano specie animali di alto interesse conservazionistico in quanto in drastico calo a livello globale, quali il Falco cuculo e il Grillaio, entrambe presenti nel nord Italia unicamente nella bassa parmense poiché strettamente legate alla filiera del Parmigiano-Reggiano ed all’ambiente agrario di cui questa necessita, unico nell’intero contesto padano; e poi l’Averla cenerina e l’Averla piccola, il Topino e tante altre, tutte specie attualmente oggetto di monitoraggio e di salvaguardia, così come i loro habitat, da parte del Progetto LIFE NAT/IT/000499 “Pianura Parmense”, cofinanziato dalla provincia di Parma e dall’Unione Europea.
– passaggio in prossimità della ex Oasi di Torrile da circa un anno elevata al rango di Riserva Regionale;
– attraversamento dell’IBA (Important Bird Area) 197;
– passaggio in prossimità della ex Oasi di Torrile da circa un anno elevata al rango di Riserva Regionale;
– realizzazione di un casello autostradale (con relativi svincoli e viabilità di collegamento) all’interno del Sic-Zps Area delle risorgive di Viarolo, Bacini di Torrile, Fascia golenale del Po e dell’IBA 197; lo stesso casello sarebbe in prossimità di corsi d’acqua minori, ma definiti “ meritevoli di tutela” in quanto originati da fontanili;
– attraversamento dei due principali corridoi ecologici fluviali della pianura parmense, quello del Medio-Basso Taro e del Po;
– attraversamento di aree in cui nidificano specie animali di alto interesse conservazionistico in quanto in drastico calo a livello globale, quali il Falco cuculo e il Grillaio, entrambe presenti nel nord Italia unicamente nella bassa parmense poiché strettamente legate alla filiera del Parmigiano-Reggiano ed all’ambiente agrario di cui questa necessita, unico nell’intero contesto padano; e poi l’Averla cenerina e l’Averla piccola, il Topino e tante altre, tutte specie attualmente oggetto di monitoraggio e di salvaguardia, così come i loro habitat, da parte del Progetto LIFE NAT/IT/000499 “Pianura Parmense”, cofinanziato dalla provincia di Parma e dall’Unione Europea.
Immagini:
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