Dopo anni di accesi dibattiti, scontri, pronunciamenti dell’Unione europea riguardo il Passante Nord, oggi l’intero territorio bolognese si trova di fronte a una proposta progettuale piovuta al di fuori di qualsiasi elementare approccio di corretta pianificazione.
Un progetto che, nei metodi di proposta e nei tempi a disposizione, rende di fatto impossibile una seria analisi ambientale, di rapporto col territorio e con la pianificazione in essere, nonché di un reale dibattito politico e di ascolto di tutte le parti interessate. Proprio i metodi svelano chiaramente come l’opera abbia ormai una valenza di infrastruttura fine a se stessa, in una logica intrisa del superato approccio novecentesco, che vedeva nell’autostrada un elemento di progresso a prescindere.
Se il precedente tracciato – certamente discutibile e da Legambiente ritenuto sempre troppo impattante – aveva dietro di sé almeno un’idea progettuale più articolata sulle motivazioni, l’attuale soluzione non ha nulla di tutto ciò, e appare un affronto ad ogni principio di buon governo e pianificazione del territorio.
Oltre a queste considerazioni di metodo e opportunità, permangono tutte le criticità da sempre sollevate anche per gli altri tracciati, che Lorenzo Frattini, Presidente di Legambiente Emilia-Romagna, ricorda agli amministratori dei Comuni interessati (Anzola, Argelato, Bologna, Calderara di Reno, Castel Maggiore, Castenaso, Granarolo, San Lazzaro di Savena, Zola Predosa) attraverso una dura lettera rivolta a Sindaci e Consiglieri comunali.
«A fronte dei tagli al servizio pubblico – scrive Frattini –, di un problema endemico di inquinamento atmosferico della pianura, di una cementificazione del territorio senza freni, questo progetto aggrava ulteriormente i problemi favorendo la mobilità su gomma, inquinante ed energivora. Una scelta che oggi più che mai appare in contrasto con gli obiettivi europei di lotta ai cambiamenti climatici, e che porterà l’ennesimo attacco alle aree agricole di pianura, pregiudicando altro territorio produttivo, aggiungendo frammentazione dei campi e ulteriore impermeabilizzazione in un’area già pesantemente antropizzata».
Infine, le stesse ragioni di necessità di alleggerire il traffico veicolare sul nodo bolognese appaiono sempre meno consistenti, in una fase in cui la contrazione dei passaggi giornalieri è ampiamente dimostrata.
Per tali motivi, l’invito che Lorenzo Frattini muove a nome dell’associazione agli amministratori competenti attraverso la lettera, è di «rigettare una volta per tutte questa proposta perché in contrasto con un’idea di sviluppo che guardi al futuro e alla sostenibilità, come la UE cerca faticosamente di tracciare, e perché assolutamente svilente nei confronti del ruolo degli stessi amministratori locali».