Per la discussa infrastruttura viaria della Cispadana è necessario aprire una serena riflessione e ripensare al progetto a partire dal suo inquadramento strategico che non è, né può essere, europeo, dalla sua utilità per i territori interessati, dagli interessi privati e pubblici che implica la sua realizzazione.
Per fare tutto ciò è però necessaria la massima trasparenza sugli aspetti economici e sui termini di affido dei lavori da parte della Regione Emilia-Romagna alle società incaricate della sua realizzazione. Richiesta che abbiamo già inoltrato più volte all’amministrazione regionale, ma che è rimasta priva di una risposta esaustiva, visto che i dettagli degli accordi economici sono sempre stati negati.
Una scelta incomprensibile nel merito, dato che si tratta di un’opera pubblica, pagata in parte da soldi pubblici; e incomprensibile dal punto di vista della scelta politica, considerato che le grandi opere e i rapporti tra politica ed imprese risultano al centro di scandali ed indagini di grande attualità.
Da sempre consideriamo questo grande progetto autostradale tra le province di Reggio Emilia e Ferrara del tutto irragionevole: perché troppo impattante e perché privo di vera utilità, dal momento che le previsioni di traffico autostradale su quella tratta non sono supportate da nessun dato che abbia seria rilevanza statistica.
Non solo. Riteniamo del tutto discutibile la scelta del project financing come strumento di realizzazione dell’intervento perché sempre più spesso tale modello è utilizzato nella realizzazione di grandi opere per scaricare di fatto sugli Enti Locali i rischi finanziari d’impresa, al contrario di quello che viene invece affermato dai suoi (interessati) sostenitori.
Eventualità resa ancor più verosimile visto l’affido della realizzazione assegnato ad Autostrada Regionale Cispadana S.p.a. (ARC), la cui quota di maggioranza è detenuta da Autobrennero S.p.A, composta per l’81% da enti pubblici.
Ad accrescere i dubbi sull’incognita di esposizione da parte del pubblico e sugli interessi in gioco vi è poi il fatto che, ad oggi, non è scontato il rinnovo ad Autobrennero S.p.A della concessione della A22 in scadenza nel 2014; con conseguente rischio a garantire gli investimenti economici necessari. A ciò si aggiungano poi le attuali difficoltà finanziarie e giudiziarie di Coopsette, socia di ARC S.p.A. con una quota pari al 19 %.
Una situazione complessa che richiederebbe quindi massima trasparenza a favore dei cittadini.
Per queste ragioni chiediamo nuovamente l’accesso agli atti della convenzione che regola i rapporti fra la Regionee ARC, il concessionario dell’autostrada Cispadana. Ci aspettiamo che la risposta vada questa volta nella direzione del rispetto dei cittadini e dei loro interessi, anziché di quelli dei soggetti economici coinvolti.
In virtù del fatto che l’infrastruttura sia stata dichiarata di pubblica utilità e che gli investimenti economici necessari alla sua realizzazione provengano, non formalmente, ma di fatto, da una società composta a maggioranza da soggetti pubblici appare più che legittima la richiesta di trasparenza dei contenuti contrattuali relativi alla parte economica.