Occorre una politica territoriale lungimirante e responsabile se non vogliamo letteralmente affossarci da soli. Secondo gli ultimi dati disponibili presentati dal Comune sprofondiamo di circa 1 cm all’anno (con qualche punta di 1,3 cm a Milano Marittima) contro una subsidenza naturale dell’ordine di solo 0,1 cm/anno.
Legambiente Cervia-Milano Marittima esprime seria preoccupazione in merito alla proposta di PSC presentata dall’amministrazione comunale di Cervia.
Il Circolo di Cervia aveva presentato in Comune, già in data 31 gennaio 2012, una dettagliata relazione in sede di concertazione del PSC con la quale si sottolineavano le principali criticità ambientali riscontrate nel territorio cervese e si richiedeva di rivedere molte delle scelte fatte dall’amministrazione ed inserite nella proposta di PSC.
In particolare si vuole richiamare l’attenzione sulle problematiche relative alla subsidenza, all’ingressione marina, al fenomeno dell’intrusione salina e all’erosione della costa.
Per quanto riguarda il progressivo abbassamento del terreno, fenomeno conosciuto come subsidenza, occorre distinguere tra cause naturali ed artificiali. L’amministrazione comunale informa che “gli abbassamenti si attestano mediamente intorno a 1 cm/anno (con qualche punta di 1,3 cm a Milano Marittima)”. Nella stessa documentazione comunale si afferma che l’area costiera di Cervia risulta interessata da una subsidenza naturale dell’ordine di 0,1 cm/anno. La differenza di 0,9-1,2 cm/anno quindi sarebbe dovuta a cause artificiali cioè attribuibili all’uomo. In altri termini pare che ci stiamo letteralmente affossando da soli. Dato ancora più allarmante se consideriamo che – sempre secondo quanto riportato dal Comune – “rispetto al periodo precedente si rileva una ripresa del fenomeno con incrementi di qualche mm all’anno.”
In merito al rischio di allagamento per ingressione marina la stessa relazione comunale cita uno studio, ritenuto importante, che prevede possibili situazioni molto critiche, in occasione di eventi con tempi di ritorno di 10 e 100 anni.
Anche l’intrusione salina, cioè la migrazione di acqua marina all’interno dell’acquifero costiero contenente acqua dolce, costituisce, unitamente (e spesso dipendentemente) all’erosione della costa, al rischio mareggiate ed alla subsidenza, uno dei problemi più gravi che interessano il litorale dell’Alto Adriatico, con particolare riferimento a Cervia che presenta un patrimonio naturale di grandissimo pregio.
Il problema purtroppo c’è e sembrerebbe interessare anche le aree del Parco Regionale Delta del Po e le aree Sic. Nella relazione del Comune di Cervia è riportato infatti che “la salinità è alta anche in prossimità delle pinete e degli impianti di sollevamento in seguito del richiamo del cuneo salino causato dell’elevata evapotraspirazione dei pini e dal drenaggio dei sistemi idraulici.”
Insomma la stessa amministrazione comunale di Cervia rappresenta e documenta una situazione con criticità importantissime. Non bisogna quindi sottovalutare tali problematiche, che se mal gestite è evidente che comporteranno dei danni irreversibili al territorio con particolare riferimento al sistema della costa. La comunità scientifica fornisce studi approfonditi e possibili soluzioni che spesso si sono rivelate efficaci. Occorre però un comportamento responsabile della politica. Occorre trattare con prudenza un territorio dagli equilibri idrogeologici fragilissimi.
Paradossalmente invece nel Documento Preliminare del PSC, le problematiche scientificamente, accertate in centinaia e centinaia di pagine, sembrano perdere la priorità ed il territorio diventare un elemento da sfruttare e da utilizzare con una certa disinvoltura.
Basti pensare che, nonostante un invenduto immobiliare rilevantissimo, l’Amministrazione comunale propone – a fronte della comunque esorbitante (quantomeno per le criticità soprarichiamate) richiesta di dimensionare, per la residenza, 4.500 nuovi alloggi – di determinare comunque la capacità insediativa a circa 5.500 nuovi alloggi.”
Nella proposta di PSC non risultano strategie convincenti nemmeno per il settore alberghiero. E’ sufficiente ricordare che l’amministrazione comunale a pochi mesi dall’approvazione della seconda variante al ricettivo – che, permettendo tra l’altro consistenti iniezioni di nuovo cemento, avrebbe dovuto (a detta dell’alleanza Zoffoli-Bosi) rilanciare il settore nel Comune di Cervia – prevede nel PSC ulteriori 4.000 nuovi posti letto nel settore ricettivo. Considerando la dimensione media presente nel territorio di Cervia, corrisponderebbero a circa una sessantina di nuovi alberghi.
Queste e molte altre scelte presentate nel nuovo PSC – quali ad esempio i parcheggi sotterranei, lo stralcio di una parte consistente del Parco Regionale Delta del Po, la realizzazione di una nuova strada con abbattimento di una parte di pineta – non sono sostenibili né da un punto di vista ambientale, né da un punto di vista economico-turistico. Anzi sembrano andare nella direzione opposta rispetto alla soluzione o alla mitigazione delle fragilità idrogeologiche oggettive del territorio.
Occorre rivedere con urgenza e fin da subito le strategie per i prossimi 15 anni seguendo i principi generali già esistenti nelle pianificazioni anche a livello di provincia e di regione e comunque valutandole all’interno di un quadro completo delle criticità ambientali rilevate dal Comune stesso.
Legambiente a Cervia sta preparando nuove iniziative a difesa del territorio, oltre ad una nuova relazione con ulteriori proposte per uno sviluppo ed un turismo sostenibile e che verrà depositata presso l’amministrazione comunale e presentata alle Istituzioni ed ai cittadini entro il mese di aprile.