Al via gli incontri con i ragazzi alla scoperta di mestieri e saperi in via di estinzione
Pubblicato il 30 Aprile 2014 da Legambiente ER in Parchi di Vita
Dal primo al 4 maggio, Legambiente sarà presente alla fiera del Birdwatching a Comacchio, con il primo appuntamento di una campagna itinerante che promuoverà il valore delle aree protette dell’Emilia Romagna.
Il 12 maggio sarà organizzato invece il primo dei quattro appuntamenti dedicati al trasferimento intergenerazionale delle conoscenze: i ragazzi scopriranno i Parchi ed un patrimonio di saperi custodito ormai soltanto dalla memoria degli anziani, detentori della tradizione e della conoscenza di gesti e manualità che vanno lentamente scomparendo.
I primi due appuntamenti con le scuole saranno organizzati presso il Parco del Delta del Po, realtà legata indissolubilmente all’acquacoltura e alla pesca, ammesse e favorite nelle zone umide del Parco perché hanno una grande importanza economica e occupazionale e sono, in alcuni casi, attività a forte valenza storica e tradizionale. La vallicoltura è quell’allevamento ittico tradizionale ed estensivo praticato da secoli nelle Valli del Delta del Po, in cui la cattura del pesce avviene sfruttando i movimenti migratori di massa all’uscita dei bacini interni.
“L’iniziativa di Legambiente – dichiara Massimo Medri, presidente del Parco del Delta del Po – oltre ad annoverarsi fra le più originali, ha il grande merito di considerare il lavoro non solo un fondamentale strumento di vita ma anche uno straordinario valore culturale e sociale. Noi, nel Parco del Delta del Po’ , siamo onorati di mettere a disposizione di questo progetto il nostro palcoscenico dove l’opera e il lavoro dell’uomo sono sempre stati centrali nell’evoluzione di questo territorio. L’acqua è stata ed è tutt’ora la dominatrice incontrastata del panorama e fonte ispiratrice di mestieri vecchi e nuovi”.
Le altre due giornate con le scuole saranno invece organizzate al Parco del Corno alle Scale. In quest’area protetta appenninica, fino a pochi decenni fa la castanicoltura era una delle principali attività per gli abitanti: le castagne venivano essiccate e poi molate per ottenerne farina, prodotto meglio conservabile e utilizzabile in cucina. Al castagneto venivano prestate le cure colturali di un frutteto, il sottobosco veniva costantemente ripulito per facilitare la raccolta delle castagne e mantenuto inerbito per evitare fenomeni di erosione superficiale.
“La bellezza del nostro territorio – dichiara Marco Sebastiano, direttore di Legambiente Emilia Romagna – non si limita solo a natura, paesaggio e beni artistici. Anche la storia, la tradizione, le produzioni tipiche legate agli antichi mestieri sono parti importanti della nostra regione: non cimeli da salvaguardare, ma motore per un’economia della bellezza rivolta verso il futuro”.
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