Grave lo sblocco dell’Autostrada Cispadana
La scelta dell’autostrada regionale non risponde alle esigenze trasportistiche del territorio e si risolverà nell’ennesima avventura finanziaria.
Arriva oggi lo sblocco del progetto dell’Autostrada Cispadana da parte del Governo, che supera il dissenso creato tra Ministero dell’Ambiente e Ministero dei Beni Culturali rispetto alle valutazioni del progetto. Con annesso entusiasmo della Giunta Regionale.
Si tratta dell’ennesimo attacco al territorio regionale da parte di una grande opera inutile.
Perché se è vero che i comuni della bassa modenese e ferrarese hanno un effettivo problema di mobilità, la soluzione adottata, di un Autostrada regionale, è quanto di più lontano alla soluzione di tali problemi. Per le caratteristiche stesse dell’opera questa favorirà il traffico di attraversamento e il conseguente inquinamento, ma non certo la mobilità a breve e medio raggio. Inoltre l’opera rischia di rimanere a metà del guado dal punto di vista finanziario, per il pesantissimo costo e per i dubbi ritorni in termini di utenze.
Non a caso il project financing che si era ricercato negli anni passati per la costruzione dell’opera non ha trovato soggetti privati interessati alla realizzazione, che ad oggi è tutta legata al rinnovo della concessione ad Autobrennero per la gestione dell’A22.
Lo sblocco del progetto autostradale infatti segue l’accordo che prevede che lo Stato, con l’intesa degli enti locali, affidi tramite concessione trentennale la gestione dell’A22 a una società a totale capitale pubblico; l’attuale società di gestione è pubblica all’85 per cento, il che significa che in caso di affidamento del servizio, i soci pubblici dovranno acquisire le azioni dei privati e poi esporsi al rischio finanziario della nuova opera.
Una complicata architettura ed in intreccio di interessi in cui è difficile capire a che punto si colloca il reale bisogno dei territori.
Quello che è certo e che si propone l’ennesima opera utile solo a favorire il trasporto merci su gomma, con la copertura economica dei contribuenti, sottraendo risorse al trasporto su ferro. Va sottolineato infine che buona parte delle opere cosiddette” compensative” chieste dai Comuni sono altre urbanizzazioni, anziché ripristino di verde, con un pesantissimo effetto moltiplicativo sulla perdita di campagna.
Continueremo con maggior forza la nostra opposizione a questa ed alle altre inutili opere stradali rimaste ancora nei programmi della regione, come la Bretella Campogalliano-Sassuolo.