Trebbia: una crisi idrica strutturale. Provincia e Regione avviino un percorso di risoluzione
Nonostante le recenti piogge abbiano risolto la crisi, anche nel 2010 le richieste d’acqua degli agricoltori hanno generato l’ennesimo conflitto annunciato sulla risorsa idrica . E la conferma che siamo il Paese delle deroghe
Le recenti piogge torrenziali, espressione di cambiamenti climatici sempre più preoccupanti, hanno almeno ridimensionato il problema della guerra per l’acqua che anche nel 2010 si è scatenata sul Trebbia.
Per l’ennesimo anno, di fronte alle richieste degli agricoltori e del Consorzio di Bonifica dei bacini Trebbia e Tidone, si è giunti a concedere una deroga su quello che dovrebbe essere la portata minima d’acqua necessaria alla vita del fiume stabilita per legge (il cosiddetto deflusso minimo vitale, DMV).
Secondo Legambiente Emilia Romagna, il fatto che ancora una volta esplodano conflitti tra esigenze economico/produttive e tutela degli ambienti fluviali denota a monte una grave mancanza dell’azione politica.
Lo studio sul bacino del Trebbia firmato da Regione, Arpa e Provincia di Piacenza, uscito nel febbraio 2008 e richiesto proprio da Legambiente alcuni anni prima per risolvere per tempo il problema del rispetto del minimo deflusso vitale, ne ha evidenziato le criticità e soprattutto indicato con chiarezza le politiche a breve medio termine per superare il problema. Tra questi la creazione di piccoli invasi di accumulo, di laghetti aziendali e la razionalizzazione del sistema irriguo esistente, riducendo le alte perdite nei canali e distribuendo la risorsa in base alle reali necessità delle colture.
Ad oggi nulla è stato ancora fatto ed ancora si ricorre allo strumento della deroga come unica forma di cura del problema.
“Ricorrere all’ennesimo provvedimento di deroga in cui è l’ecosistema fluviale a farne le spese è un segnale negativo, che avvalla l’idea che leggi e programmazione sulla tutela dell’ambiente non siano da una parte priorità per il mondo politico e dall’altra si possano derogare a piacimento.” Dice Lorenzo Frattini Presidente di Legambiente Emilia Romagna.
“Il fatto che a distanza di 12 mesi ci si sia ritrovati nella stessa identica situazione dell’anno scorso, nonostante l’alta piovosità, testimonia come non si sia fatto ancora una volta nulla per prevenire e risolvere il problema” dice Laura Chiappa presidentessa del circolo di Piacenza e membro della segreteria regionale di Legambiente “Questa “flessibilità” nell’applicare le regole, conferma poi al Consorzio di Bonifica ed alle associazioni agricole che non serve provvedere a interventi di ristrutturazione della rete, alla creazione di bacini di accumulo o a riconsiderare le politiche colturali ma che basta alzare la voce per ottenere le deroghe .
Per evitare che nel 2011 la situazione si ripeta, Legambiente lancia l’appello a porre in atto da subito azioni concrete. Conclude il Presidente Frattini: “Chiediamo all’Assessore Regionale Freda e agli assessori provinciali Barbieri e Pozzi di avviare da subito un programma di azioni strutturali sulla rete irrigua, applicando le azioni individuate dal Tavolo del Trebbia che si accompagni anche ad una riflessione sulla razionalizzazione delle politiche colturali che coinvolga tutti i soggetti interessati: agricoltori, consorzio di bonifica e mondo ambientalista”.