Inceneritori di Piacenza e Ravenna: i Sindaci spieghino la loro posizione
La regione indica la chiusura: quale la posizione dei due Sindaci e delle loro maggioranze?
L’associazione evidenzia come la Regione india col Piano Rifiuti di chiudere gli impianti , ma la scelta finale spetterà alle amministrazioni locali.
Giusto essere trasparenti coi cittadini fin da subito.
Chiediamo lumi sulle intenzioni delle amministrazioni locali in merito alla chiusura dei forni inceneritori di Ravenna e Piacenza, con una lettera indirizzata ai primi cittadini ed ai segretari ravennati e piacentini del PD, in cui si evidenzia come la regione abbia espresso un’indicazione chiara sui Forni..
Crediamo che, il Piano Rifiuti, indichi chiaramente la volontà di interrompere il conferimento dei rifiuti urbani agli impianti di Ravenna (al 2019) e Piacenza (al 2020), giudicando conclusa la funzione pubblica per cui erano stati concepiti; questo grazie all’aumento della raccolta differenziata e alle azioni di prevenzione previste dal Piano. Il Piano mette quindi i territori locali di fronte alla possibilità di chiudere gli impianti o di mantenerli aperti a mercato per bruciare rifiuti speciali, in un’ottica di puro business, e aprendo a rifiuti che probabilmente dovranno venire anche da lontano.
Visto che la Regione, che è retta dalla stessa maggioranza dei due Comuni, sembra esprimere un indirizzo preciso sul destino dei forni, stando alla nota stampa del sottosegretario Bertelli che parla espressamente di “cessazione di attività”, chiediamo di sapere se le maggioranze che governano Ravenna e Piacenza si identificano in tale posizione o se siano in disaccordo.
“E’ necessario che la politica locale si esprima chiaramente sul futuro dell’inceneritore. – dice Lorenzo Frattini, presidente Legambiente Emilia Romagna – Non vorremmo si creasse una voluta ambiguità di competenze atta a confondere le idee, che aumenterebbe ancora di più il solco che separa oggi i politici dai cittadini”.
E’ evidente che riteniamo necessario e corretto andare alla chiusura degli impianti per non alimentare una sovrabbondanza di forni che non sarebbe giustificata dalle esigenze del territorio.
Resta inteso, inoltre, che le amministrazioni devono sentirsi fin da subito impegnate nell’obiettivo di raggiungere e superare il 70% di RD e avviare politiche strutturali di tariffazione puntuale. In assenza di questo impegno sarebbe chiara la volontà di lasciare il Piano e la dismissione degli impianti solo sulla carta.