“Mobilità di classe”, con quali mezzi si muovono gli studenti per andare a scuola?
Gli studenti di Ravenna e Bologna, oltre ad altre sei città italiane, hanno partecipato allo studio sui mezzi usati maggiormente per gli spostamenti casa-scuola.
Presentati a Bologna i risultati dell’indagine “Mobilità di Classe”, attraverso la quale Legambiente, FIAB e #Salvaiciclisti hanno coinvolto gli studenti degli istituti superiori trasformandoli in mobility manager, per far crescere tra i giovani una nuova cultura del modo di muoversi nelle aree urbane, perché andare a scuola in macchina ha una duplice valenza negativa: nell’immediato contribuisce alla congestione urbana, in prospettiva convince i ragazzi che anche per le brevi distanze esistono solo le quattroruote.
Il progetto ha trasformato alcuni ragazzi di ogni istituto in mobility manager: coinvolgendo i propri compagni di scuola, hanno valutato le varie tipologie di spostamento casa-scuola con l’obiettivo di migliorare questi tragitti in un’ottica sostenibile.
Lo studio ha analizzato gli spostamenti casa-scuola di 5.516 studenti di 8 istituti superiori di altrettante città italiane (tra cui Bologna e Ravenna per l’Emilia-Romagna), scelti oculatamente per rappresentare tutte le tipologie di percorso rappresentative del nord, centro e sud del Paese.
L’indagine è stata realizzata utilizzando il software MobilityManager, un’applicazione WEB creata e messa a disposizione da SISTeMA, una società spin–off dell’Università La Sapienza di Roma, che consente agli studenti di compilare un questionario on-line, per calcolare una serie di indicatori tra i quali anche le emissioni di inquinanti rilasciati in atmosfera.
Gli istituti coinvolti in regione sono stati l’I.I.S. “Belluzzi – Fioravanti” di Bologna ed il Liceo “Alfredo Oriani” di Ravenna.
La distanza media percorsa per andare da casa a scuola è stata pari a 5,4 km a Ravenna, e di 12,4 km a Bologna, con tempi di percorrenza medi rispettivamente di 18 e 32 minuti.
A Ravenna, il 45% degli studenti sceglie di andare a piedi o in bicicletta (39.1%). Se sommati ad un 25% circa che utilizza il mezzo pubblico, arriviamo ad un dato di quasi 70% di spostamenti con una mobilità sostenibile. Nota dolente resta l’uso dei motorini: a Ravenna, più dell’8% degli studenti utilizza questo mezzo, tra i più inquinanti e rumorosi, per andare a lezione.
«Già dal 2005 lavoriamo nelle scuole di Ravenna su queste tematiche – dichiara Claudio Mattarozzi, presidente di Legambiente Ravenna – attraverso progetti ed iniziative che spingano i ragazzi a scegliere la mobilità ciclabile. A questo punto però chiediamo anche un impegno forte da parte dell’amministrazione comunale per implementare la rete di piste ciclabili, iniziando anche finalmente a ragionare su un blocco dei motorini più inquinanti all’interno del centro città».
A Bologna invece, quasi il 60% degli studenti raggiunge il proprio istituto con i mezzi pubblici, e poco meno del 2% si sposta in bici. Alto anche l’impiego dell’automobile, che si attesta su una percentuale del 26%.
I risultati del progetto mettono in luce come tra i ragazzi più prossimi alla maturità cresce l’uso dello scooter e dell’automobile. A conferma che la scelta della bicicletta e dei mezzi pubblici non è tra i ragazzi una scelta consapevole e convinta, ma molto spesso forzata. Progetti come questo provano quindi quanto sia importante formare in maniera attiva e concreta i ragazzi prossimi alla patente per favorire una cultura della mobilità che aiuti a mantenere contenuta la tendenza tutta italiana ad un uso smodato dell’automobile.
«Per questo chiediamo – conclude Lorenzo Frattini, presidente di Legambiente Emilia-Romagna – che si pensi ad istituire quanto prima un mobility manager scolastico in tutte le scuole della regione. Solo diffondendo la consapevolezza dell’importanza della mobilità sostenibile nelle nuove generazioni, possiamo cambiare il modello degli spostamenti nella nostra regione, innescando una reazione a catena di miglioramenti negli stili di vita e nella qualità dell’ambiente, a partire dalla salubrità dell’aria, nota dolente della Pianura padana».
Scarica i risultati dell’indagine da qui.