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Emilia-Romagna a tutto gas: rinnovabili fanalino di coda

Bonaccini commissario straordinario al MiTe: “se davvero vuole puntare sulle rinnovabili, che insista per sbloccare prima i progetti fermi in autorizzazione piuttosto che accelerare l’avanzata del fossile”. 
 
Patto per il Clima e il Lavoro sancisce regione al 100% da energia rinnovabile al 2035: l’obiettivo nel concreto non si vede nemmeno con il cannocchiale; in atto scelte che ci ancorano al fossile almeno fino al 2040.  

La Regione sta gravemente mettendo a repentaglio il futuro delle nuove generazioni e del pianeta, per alimentare gli interessi della lobby del fossile.  

 

Le rinnovabili si confermano il fanalino di coda nella strategia energetica della regione: lo conferma la nomina di Stefano Bonaccini come Commissario Straordinario per l’installazione del Rigassificatore  in Emilia-Romagna e l’accordo Stato-Regione per la concessione di estrazione di metano a Selva Malvezzi, Budrio (BO). Decisioni scellerate e anacronistiche, che ci ancorano a un passato legato al fossile e ci allontanano sempre di più dall’obiettivo di una regione 100% rinnovabile, obiettivo per altro fissato dalla Regione stessa nel Patto per il Lavoro e il Clima che oggi non perde occasione per smentirsi. 

Se da un lato i nostri amministratori auspicano una regione fuori dal fossile al 2030, sventolando il progetto Agnes di eolico sulla costa ravennate – che come Legambiente Emilia-Romagna sosteniamo da anni – dall’altra compiono scelte drastiche infrastrutturali che ci legano al fossile fino al 2040. 

L’ipotesi di eolico a Ravenna sta quasi divenendo la giustificazione a scelte scellerate per il clima. Un greenwashing comodo a mantenere in sospeso un progetto utile alla transizione quando nel frattempo si concretizzano nuove scelte a favore del fossile. Ancora peggio se pensiamo all’ostruzionismo che la stessa Regione ha posto per il progetto di impianto eolico a Rimini. 

Duole ricordare il monito del IPCC, che quest’anno ha anticipato al 2025 la soglia entro la quale dobbiamo abbattere un terzo delle emissioni di gas serra in atmosfera. “I nuovi progetti di rinnovabili non devono essere un velo di greenwashing che copre il nero business-as-usal del fossile” – commenta Legambiente Emilia-Romagna – “ma la vera priorità della Regione e del Paese in questo momento critico.”  

La nomina di un Commissario Straordinario per la semplificazione dell’iter approvativo del Rigassificatore e la corsa del presidente della Regione nel candidarsi sono un chiaro segnale del vento che tira: in Italia ci sono impianti di rinnovabili ancora in attesa di autorizzazione per un totale di 180 GW di potenza,  “se Bonaccini vuole tenere fede alle sue parole sulle rinnovabili in regione, insista come Commissario Straordinario di poter snellire in linea prioritaria le autorizzazioni degli impianti rinnovabili fermi, anziché accelerare l’avanzata del fossile” – dichiara Legambiente. 

La scelta dell’accordo fra Stato-Regione di autorizzare le estrazioni da parte di Po Valley nella campagna vicino a Budrio è l’ennesimo passo falso verso quelle che dovrebbero essere le vere priorità: rinnovabili, efficientamento energetico e elettrificazione dei consumi. Nel cammino verso la transizione energetica non solo la costa ma anche la pianura padana può giocare il suo ruolo chiave, grazie all’agri-voltaico: un’area come quella di Selva Malvezzi, che si estende per oltre 80km quadrati, viene sprecata invece all’estrazione e alla ricerca di nuovi pozzi, in una strategia miope che non riconosce i veri passi da compiere per raggiungere i suoi obiettivi.  

“Ormai è chiaro quali siano i veri orientamenti della regione Emilia-Romagna così come ormai è sempre più chiaro chi detta le politiche energetiche del nostro territorio. A questi soggetti, tutti complici, vanno le responsabilità sulle condizioni del pianeta che lasceremo alle generazioni che verranno”. – conclude.