La Campagna itinerante Clean Cities di Legambiente arriva a Bologna
Flash Mob contro l’allargamento del Passante e presentazione dello Stress Test Mobilità
Si è conclusa stamattina con un flash mob davanti a Palazzo d’Accursio la tappa bolognese della Clean Cities Campaign di Legambiente. Al centro della nostra protesta e dei circoli bolognesi l’allargamento del Passante di nuova generazione, in merito al quale gli attivisti hanno cercato di fare chiarezza ponendo alcune domande virtuali indirizzate al sindaco Matteo Lepore.
L’opera – che in alcuni tratti prevede l’allargamento a 16/18 corsie del nastro autostradale che attraversa la periferia di Bologna e la cui la conformità urbanistica è stata recentemente approvata in sede di Consiglio Comunale – viene indicata dalla nuova giunta come un’opera green, simbolo della Transizione Ecologica della città, che è candidata a diventare Carbon Neutral al 2030. Ci si chiede però come questa ambizione, e insieme ad essa l’obiettivo delle riduzioni delle emissioni da traffico del 40% e quello di riduzione del traffico auto e moto del 28% (contenute nel PUMS di Bologna), possano essere raggiunti quando si stima un aumento di 7,5 milioni di veicoli in transito all’anno.
Soprattutto è stato chiesto per quale motivo le azioni che dovrebbero mitigare l’impatto dell’opera siano state inserite in una seconda fase progettuale (FASE 2), che è tuttora in fase di negoziazione con ASPI. Alcune di queste misure presentano criticità rispetto alla loro efficacia (vernici fitocatalitiche e elettrofiltri), altre rispetto alla possibile attuazione (installazione di impianti fotovoltaici), altre ancora erano comunque previste in altri piani e mai sono state realizzate (fascia boscata).
Per ultimo, ma non certamente in ordine di importanza, vorremmo avere un riscontro sul perché non sia mai stato fatto un serio studio epidemiologico, come era stato più volte richiesto, per valutare lo stato di salute della popolazione che vive già ora a ridosso del Passante.
Quesiti ai quali chiediamo una risposta da parte dell’Amministrazione, specie alla luce dei recenti dati sull’inquinamento atmosferico in città, presentati ieri sera in diretta Facebook sulla nostra pagina (Legambiente Emilia-Romagna APS).
Infatti, lo Stress Test Mobilità di Bologna – una serie di indicatori dello stato dell’arte di inquinamento atmosferico e risposta politica delle istituzioni per contrastarlo – restituisce un quadro molto critico evidenziato dalle centraline che misurano l’inquinamento urbano, quindi soprattutto traffico e riscaldamento. Anche nella città emiliana, come in tutti i capoluoghi italiani, i valori medi annuali di NOx, PM10 e PM2,5 sforano ampiamente i valori suggeriti dall’OMS; la revisione della direttiva europea sulla qualità dell’aria, che si appresta ad essere avviata nei prossimi mesi, rivedrà i limiti normativi proprio in funzione dei limiti suggeriti dall’OMS, dunque nel giro di pochi anni questi valori diventeranno vincolanti anche dal punto di vista legale e il non rispetto degli stessi porterà all’avvio di procedure d’infrazione per gli Stati membri inadempienti.
Nello specifico, (Fonte dati: Agenzie Regionali, elaborazione Malaria – Legambiente 2021). Una fotografia allarmante, resa ancora più preoccupante dalle sempre più frequenti ricerche che correlano la morbilità da coronavirus con l’esposizione all’inquinamento, anche in Italia. Lo Stress Test Mobilità sulla città definisce buona l’offerta di trasporto “rapido di massa” nell’area metropolitana di Bologna, circoscritta all’ambito ferroviario che però è al di sotto delle sue potenzialità: il “nodo” ferroviario di Bologna offre tante linee storiche che il PUMS prevede di rilanciare nelle infrastrutture e nelle frequenze e stazioni ferroviarie da trasformare in “hub” locali di mobilità sostenibile nell’ambito dell’annoso progetto di nuovo Servizio Ferroviario Metropolitano (SFM) che però è in forte ritardo sui tempi previsti. Si è in attesa anche delle nuove linee tranviarie (finanziate 3 su 4) e dei nuovi filobus. Per trasferire quote significative di spostamenti dal mezzo privato al TPL su gomma e ferro, sarebbe utile agire inoltre sulle tariffe attraverso l’introduzione dell’Abbonamento Unico Metropolitano, equiparandolo al costo dell’attuale abbonamento urbano.
Più volte abbiamo sottolineato l’importanza di realizzare nell’arco di 2 anni, quindi entro il 2023, il completamento e il potenziamento del SFM, per offrire all’area bolognese un efficiente metropolitana di superficie in grado di garantire la frequenza dei convogli ai 15 minuti negli orari di punta e non oltre i 30 minuti negli orari di morbida, ampliando il servizio nell’orario notturno . Soluzioni che andrebbero ad alleggerire la presenza di auto in tangenziale e che quindi renderebbe anche inutile un suo allargamento.
Petizione on line “Ci siamo rotti i polmoni. No allo smog!” per chiedere al Governo risposte urgenti nella lotta allo smog, a partire dagli interventi sulla mobilità e l’uso dello spazio pubblico e della strada.
Firmala anche tu!