Emendamento anti stoccaggio CO2 soddisfacente ma non abbassiamo la guardia sul rilancio delle fossili
“Ora basta comportamenti di ambiguità. Nessun sostegno politico ed economico al progetto. Se Eni è ostinata a continuare vada avanti da sola”
L’emendamento approvato in commissione Senato a nome di M5S, Articolo Uno e Leu e astensione del PD fa esultare anche gli ambientalisti. Ieri soddisfazione era stata espressa anche dai consiglieri regionali M5S e Europa Verde e Coraggiosa.
“Questo provvedimento porti a maggiore spinta sulle rinnovabili, abbandonando il gas”
Una bella sorpresa quella che vede, a pochi giorni dalle festività, un regalo alla transizione ecologica (quella vera), con un ulteriore stop al progetto di stoccaggio di CO2 a Ravenna.
Infatti, nonostante l’impossibilità di finanziamento decretata dall’Europa per i fondi Next Generation EU ed Innovation Fund, era comparsa la possibilità che il progetto venisse finanziato con fondi nazionali all’interno della legge di bilancio con 150 milioni di euro.
Un regalo che sarebbe arrivato ad ENI per volontà del governo nazionale ma che ad oggi dovrà essere evidentemente riformulato. Difatti, il recente emendamento alla Legge di Bilancio approvato in Commissione Senato su proposta di M5S, Articolo 1 e LEU, dovrebbe scongiurare la possibilità che i progetti di stoccaggio della CO2 ricevano finanziamenti pubblici dal governo nazionale. Intanto, però, negli impianti ENI a Casalborsetti (RA) sono partiti i lavori per il prototipo sperimentale e si alzano le voci dal territorio che chiedono di estrarre altro gas.
Non mancano le voci politiche locali che continuano a difendere gli interessi di un’industria dannosa: in particolare il senatore Collina si è appellato alla necessità di garantire la sopravvivenza del polo ravennate, attraverso le logiche del passato. Preoccupante anche la fibrillazione di Confindustria Romagna per l’imminente rischio che ripartano le attività estrattive, del tutto fuori luogo visto il rapido progredire dell’emergenza climatica. Al contrario, il comparto energetico di Ravenna deve essere necessariamente indirizzato con sempre maggiore convinzione verso le rinnovabili. Ci auguriamo che dopo questa notizia si vada a delineare una strategia energetica diversa da quella incentrata sull’estrazione di gas, che non può essere considerata una fonte di energia green, ma che punti piuttosto all’efficienza energetica, all’elettrificazione e alla diffusione delle rinnovabili.
Di fronte alle coste romagnole, infatti, sono in discussione due impianti eolici che potrebbero dare un ampio contributo alla lotta ai cambiamenti climatici e al comparto off-shore della nostra regione, manca tuttavia un quadro chiaro su come e dove si possano fare tali impianti. Queste devono essere le priorità politiche locali e nazionali.