Motor Valley verso l’elettrico: bene, ma necessario guidare gli insediamenti produttivi
Agevolare il percorso della transizione tecnologica pianificando nuovi poli produttivi sostenibili. Non cementifichiamo la prima area agricola, il tempo per fare le cose bene c’è.
Interveniamo sulle notizie di stampa riguardo l’investimento da oltre un miliardo di euro per la produzione di auto elettriche nella Motor Valley, probabilmente tra Modena e Bologna.
Giudichiamo fondamentale il percorso di riconversione del settore della mobilità verso l’elettrico, un cammino necessario alla transizione per un’economia 100% rinnovabile e che potrebbe tenere assieme gli interessi del lavoro e del clima. Un cammino che deve partire dalle aziende locali (non solo l’industria dell’auto, ma anche dei bus come la ex BredaMenarinibus), accompagnato con un uso efficace delle risorse UE del PNRR e dei fondi strutturali per l’innovazione.
Sicuramente gli investimenti stranieri su nuovi poli produttivi potrebbero essere un pezzo fondamentale di questo percorso per pensare all’Emilia Romagna come ad un soggetto trainante a livello nazionale sul mondo dell’elettrico. Come emerso nella conferenza stampa dedicata saranno due gli investitori coinvolti: Faw, il più grande produttore di auto cinesi e Silk Ev, società specializzata nell’ingegneria e nel design automobilistico.
Rispetto all’evenienza di nuove aree industriali, però, è fondamentale preparare un cammino che pianifichi solo poli sostenibili, che siano serviti dal trasporto pubblico e che riusino aree degradate.
Non cadiamo nel ricatto di dover trovare la prima area vergine da cementificare per non perdere l’investimento, dato che siamo in una fase ancora preliminare è bene giocare d’anticipo ed escludere fin da subito le aree agricole per nuovi possibili insediamenti produttivi. Se le aree di interesse sono quella modenesi occorre che Regione ed enti locali individuino un serio percorso d’uso delle aree dismesse.
Spostare quote di mobilità verso l’elettrico in pianura padana risulta fondamentale anche per ridurre l’inquinamento locale e dare concretezza agli obiettivi del Piano Aria. Rimane tuttavia prioritario pensare a modelli in cui l’auto non sia l’unica alternativa, ma un pezzo di un sistema dove ciclabilità e trasporto pubblico devono acquistare sempre maggiori spazi.