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Legambiente su Piano energetico della Regione

Positivi gli impegni sulle rinnovabili, ma restano dubbi sul raggiungimento sull’obiettivo UE di riduzione della CO2

Rimane urgente la pubblicazione delle linee guida sugli impianti ad energia alternativa

Legambiente invia ai consiglieri regionali il parere sul Piano energetico triennale.

Positiva secondo l’associazione la spinta a favore delle rinnovabili, così come gli impegni per l’innovazione e le attività di comunicazione e sensibilizzazione verso i cittadini.

Regione troppo cauta invece sul risparmio energetico, soprattutto nei settori industriali e della viabilità; soprattutto in quest’ultimo settore l’alto numero di strade e autostrade in progetto a livello regionale evidenzia una scarsa intenzione di spostare il traffico dalla gomma a modalità meno impattanti, e quindi di ridurre i consumi.

Aspetti che sembra non permetteranno di raggiungere l’obiettivo fissato dall’Unione Europea per la CO2, che per il 2020 dovrà essere ridotta del 20%. L’associazione ambientalista rimane quindi in attesa di maggiori dettagli, ma annuncia una sonora bocciatura se il dubbio dovesse essere confermato.

Tanto più che buona parte dei capoluoghi della regione ha aderito al “Patto dei Sindaci”, accordo europeo che vincola i firmatari a raggiungere obiettivi di riduzione della CO2 superiori agli obiettivi normativi.

Altro elemento di incertezza riguarda le linee guida sulle energie rinnovabili, che dovevano uscire ad inizio 2011, mentre finora risultano emanate solo per il fotovoltaico al suolo. Secondo Legambiente, questo nodo irrisolto crea problemi sia a cittadini e sindaci, che si trovano a che fare con impianti non sempre ben progettati, sia agli operatori del settore, che affrontano un quadro burocratico confuso in cui  giudizi e valutazioni risultano molto diverse da Comune a Comune o da Provincia a Provincia.

Una situazione che, in alcuni casi, ha visto Legambiente riempire il vuoto della politica locale, avviando percorsi per tenere assieme la tutela dei cittadini e la necessità di produrre energia da fonti rinnovabili; è quanto successo, ad esempio nel territorio di Medicina e della pianura bolognese per gli impianti a biogas.

Il documento dell’associazione si conclude infine con la proposta di regole operative per il settore delle biomasse, tecnologia per la quale risulta più urgente l’approvazione delle linee guida.

Le proposte di Legambiente  in sintesi possono essere così riassunte:

– necessità di utilizzare come combustibile scarti e prodotti locali e da filiera corta;

– garanzie di controllo degli odori sugli impianti a biogas;

– obbligo di recupero del calore di scarto per migliorare il rendimento complessivo degli impianti, evitando la sola produzione di energia elettrica;

– programmazione della taglia e del numero di impianti sulla base delle biomasse realmente disponibili sul territorio e quindi la necessità di appositi studi preliminari;

– trasparenza di informazione ai cittadini su quanto è previsto sul territorio.