Mal’Aria 2011: presentato il dossier nazionale
In Emilia Romagna nessuno dei capoluoghi di provincia ha rispettato la fatidica soglia dei 35 giorni di limite per il superamento dei valori delle polveri sottili
Legambiente presenta inoltre i dati dei propri rilevamenti sulle polveri a Bologna
Torna Mal’Aria, la campagna di Legambiente contro lo smog in città per dire tutti insieme che: ”Ci siamo rotti i polmoni!”.
Il nuovo dossier di Legambiente sulla qualità dell’aria nelle nostre città mostra chiaramente che le condizioni restano pessime: nel 2010 sono stati 48 i capoluoghi di provincia a ad aver superato il limite di sforamento dei 50μg/ m3 per più di 35 giorni; e non solo, tra le peggiori 30 città europee per superamenti di polveri sottili, biossido di azoto e ozono, ben 17 sono italiane.
Per avere un quadro più dettagliato dei livelli di PM10 nelle principali città italiane quest’anno Legambiente ha fatto un monitoraggio lungo le strade di dieci capoluoghi di provincia: Milano, Torino, Verona, Bologna, Firenze, Ancona, Roma, Napoli, Foggia e Messina. Anche se i valori non sono stati calcolati nell’arco di 24 ore, come prevede la normativa, i rilievi dei tecnici di Legambiente hanno mostrato in gran parte delle strade controllate livelli molto alti di polveri sottili. Considerando che le strade scelte sono quelle più frequentate da pedoni, ciclisti ma anche dalle automobili, l’alto tasso d’inquinamento registrato denuncia il rischio a cui quotidianamente ognuno di noi viene esposto andando a scuola, al lavoro o semplicemente passeggiando per le strade cittadine. Infatti, come dimostrato da recenti studi di settore, anche esposizioni di breve durata ad elevate concentrazioni di PM10, possano causare gravi conseguenze sulla salute dei cittadini.
In particolare, in Emilia Romagna nessuna delle città capoluogo ha rispettato i limiti di legge sul superamento di 50 μg/m3 per un massimo di 35 giornate all’anno: le capofila sono Reggio Emilia e Modena, rispettivamente con 84 e 82 giorni di sforamento, seguite da Bologna(63), Piacenza(63), Parma (61), Ferrara (59), Rimini (58),Ravenna (47), Forlì (45); rispetto ai dati del dossier su Mal’Aria del 2009 vi è un aumento nei superamenti dei limiti di legge in quasi tutti i capoluoghi della Regione.
“Il fatto che le condizioni climatiche e geografiche del bacino padano favoriscano lo stagnamento dell’aria non può più essere una giustificazione; al contrario, questo deve essere un motivo in più per intensificare gli sforzi per garantire ai cittadini una buona qualità dell’aria che respirano”- dichiara Lorenzo Frattini, Presidente di Legambiente Emilia Romagna.
In Regione, Legambiente ha effettuato il 13 gennaio 2011 a Bologna dei rilevamenti con l’unità portatile Personal Dustmonit della Con.tec Engineering Srl per il monitoraggio delle polveri fini.
Sono stati individuati 8 siti per effettuare brevi misurazioni (da un minimo di 3 ad un massimo di 18 minuti) nella fascia antimeridiana: 2 all’interno di zone pedonali, 4 in aree a traffico limitato, 2 sui viali di circonvallazione; tutti i valori superano ampiamente gli standard di legge.
In particolare i dati delle PM 10 sono risultati al di sopra della soglia dei 50 μg/ m3 , tutti superiori a 100 nelle zone non pedonalizzate, dove ci sia attesta su un trend doppio rispetto alle aree prive di traffico.
In tabella i dati relativi ai rilevamenti:
“Ai preoccupanti dati delle nostre rilevazioni effettuate il 13 gennaio scorso, possiamo associare la tendenza delle registrazioni in continuo effettuate in questo periodo da ARPA: a quella data, dopo giorni nei quali molti bolognesi erano fuori città, eravamo già pervenuti a 8 sforamenti del limite di 50μg/ m3 delle polveri fini (PM 10) e la striscia negativa è continuata fino ad arrivare a 12 sforamenti nei primi 27 giorni, la media è presto fatta”, ha dichiarato Claudio Dellucca, Presidente di Legambiente Bologna.
Il Professor Luciano Forlani della Facoltà di Chimica Industriale di Bologna, sottolinea inoltre come: “le misure di polveri sottili eseguite da Legambiente il 13 gennaio 2011 denotano, come già successo per il passato sia per Bologna sia per altre città, che le quantità di polveri effettivamente inalate dai cittadini durante le normali attività, come passeggiare, uscire per la spesa o altro, sono nettamente al di sopra delle medie giornaliere riscontrate dalle agenzie ufficiali: di conseguenza, i valori di concentrazione degli inquinanti, oggetto delle indagini ufficiali, per la loro modalità di raccolta non sono che un pallido limite, non adeguatamente rapportato al rischio al quale è esposta la popolazione in tutte le sue fasce, in particolare quelle più deboli, come bambini ed anziani”.