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Un flashmob contro il gasdotto!

Legambiente Emilia-Romagna ha organizzato per sabato 16 marzo, ore 11:00 in piazza Saffi a Forlì un flashmob per dire NO al gasdotto “Linea Adriatica”!

Perché diciamo no alla realizzazione del gasdotto “Linea Adriatica”

La linea Adriatica si snoda lungo gli Appennini in alcune delle zone a più alto rischio sismico d’Italia: da Massafra (Puglia) a Sulmona (Abruzzo) parte del tracciato è già realizzato, mentre mancano ancora i 430 km da Sulmona all’impianto di stoccaggio di Minerbio. Un gasdotto di 120 centimetri di diametro, interrato a 5 metri di profondità e con una servitù di pertinenza di 20 metri per lato. Passando tra boschi e aree protette i cantieri causeranno imponenti sbancamenti e abbattimenti di milioni di alberi. Il costo dell’opera è previsto in 2,4 miliardi di euro, in parte sarà pagata dal Repower EU e in parte verrà invece scaricata sulle bollette dei cittadini, ma la realizzazione deve avvenire entro il 2027, quindi i tempi stringono.

Ma perché quest’opera non va realizzata?

1) CAMBIAMENTI CLIMATICI

In piena crisi climatica per rispettare gli impegni dell’accordo di Parigi bisogna evitare di puntare su nuove opere fossili. L’Italia invece si candida per diventare l’Hub del gas per le importazioni verso l’Europa con investimenti massici possibili su 170 infrastrutture tra metanodotti, centrali di stoccaggio, rigassificatori, nuovi impianti di trivellazione. I pericoli del gas fossile non risiedono soltanto nelle emissioni di CO2, ma anche in quelle dirette di metano, che può essere fino a 86 volte più climalterante della CO2. A questo si aggiungono i danni ambientali nei paesi di estrazione, i danni ambientali per la costruzione di metanodotti e sistemi di stoccaggio e la vulnerabilità internazionale dovuta all’instabilità politica di molti Paesi da cui proviene il metano.

2) UN’OPERA INUTILE – SOVRASTIME DEL PROGETTO

Nel 2024 l’Italia ha quasi raggiunto gli obiettivi di riduzione dei consumi di gas a 60 miliardi di metri cubi previsti al 2030, dimostrando un trend di inevitabile decrescita del fabbisogno. Attualmente la rete ha una capacità di 105 miliardi di mc, senza gasdotto Linea Adriatica, quindi più che sufficiente per i fabbisogni del Paese. La capacità attuale di esportazione verso nord Europa senza nuove opere è di 22 miliardi di metri cubi, ma nel 2022 ne abbiamo esportati appena 3,4 miliardi, quindi c’è ancora molto margine.

Considerando che un gasdotto ha una vita media di 40 anni, tempi spesso necessari a ripagare gli investimenti, e considerando inoltre la rapida diminuzione dei consumi italiani ed europei di gas si corre il rischio di realizzare un’infrastruttura inutile.

3) SISMICITA’ DELL’AREA

Il gasdotto attraversa territori ad elevato rischio sismico, in Emilia Romagna aree già colpite da terremoti nel 2009, del 2016 e 2017. I terremoti, oltre a provocare la rottura di manufatti sulla linea di faglia, possono provocare frane mettendo a rischio l’integrità dei gasdotti. Come accaduto a Mutignano di Pineto dove, nel 2015, con l’esplosione di un metanodotto Snam per uno smottamento, l’incendio causò danni fino a oltre 100 metri.

4) CONVENIENZA DELLE RINNOVABILI

Attualmente i costi di produzione dell’energia da fotovoltaico ed eolico sono la metà di quelli del metano. Non si comprende, quindi, perché dovrebbe essere vantaggioso per gli utenti scommettere su una fonte fossile da realizzare nel 2028 quando già oggi sono depositati per la V.I.A. al Ministero dell’Ambiente oltre 600 progetti per rinnovabili (e altre centinaia presso le regioni) per decine di migliaia di MW di potenza.