Presentati da Goletta Verde i risultati delle analisi dei campioni d’acqua prelevati sulle coste emiliano-romagnole
Su 11 punti campionati solo 1 risultato oltre i limiti di legge
È il punto alla foce del fiume Marano nel Comune di Riccione
Legambiente: “I dati emersi sulla qualità delle acque conferma il dato dell’anno scorso: un solo punto inquinato, e dati in miglioramento per il secondo anno consecutivo. Non bisogna perdere di vista l’obiettivo fondamentale di individuare gli scarichi abusivi. È anche da qui che passa il futuro del turismo in Emilia-Romagna”.
Qui la mappa interattiva del monitoraggio, con i punti di campionamento e i risultati delle analisi.
Presentati da Goletta Verde di Legambiente i risultati del monitoraggio delle acque delle coste dell’Emilia-Romagna: su 11 punti campionati solo uno è risultato essere oltre i limiti di legge. Si tratta del punto alla foce del torrente Marano nel comune di Riccione.
Questa mattina, nel corso della conferenza stampa tenutasi presso l’hotel Miramare a Cesenatico (FC), il team di Goletta Verde di Legambiente insieme a Legambiente Emilia-Romagna hanno presentato i dati sulla qualità delle acque delle coste emiliano-romagnole. Al tavolo erano presenti Stefano Raimondi, Portavoce di Goletta Verde e coordinatore Aree protette e biodiversità Legambiente, Davide Ferraresi, Presidente Legambiente Emilia-Romagna, Giuseppe Bortone, Direttore ARPA Emilia-Romagna.
Il dettaglio dei dati sul monitoraggio delle coste in Emilia-Romagna. I campionamenti in Emilia–Romagna sono stati effettuati dai volontari e le volontarie di Legambiente tra il 24 e il 26 luglio 2023. In totale i punti esaminati sono stati 11, di cui 8 sono stati prelevati presso le foci di fiumi o canali e 3 in punti a mare. Le analisi microbiologiche, affidati a laboratori specializzati, hanno fatto registrare tutti i punti entro i limiti di legge ad eccezione del punto alla foce del torrente Marano nel comune di Riccione in provincia di Rimini che ha ricevuto il giudizio di “fortemente inquinato”. Questa foce è tra le maggiori criticità rilevate da Goletta Verde sulle coste dell’Emilia-Romagna; risulta infatti inquinato dal 2010 con le uniche eccezioni del 2019 e del 2022.
I punti esaminati e risultati entro i limiti di legge. Uno alla foce del canale navigabile in località Porto Garibaldi nel comune di Comacchio in provincia di Ferrara. Quattro i punti in provincia di Ravenna: la spiaggia nord rispetto al canale in destra Reno in località Casal Borsetti nel comune di Comacchio; la spiaggia nord della foce del fiume Lamone, in località Marina Romea nel comune di Ravenna; la foce del canale Ferrari a Punta Marina nel comune di Ravenna; la foce fiume Uniti al Lido di Adriano nel comune di Ravenna; la spiaggia alla foce del fiume Savio nel comune di Cervia. Uno il prelievo effettuato in provincia di Forlì-Cesena alla foce del fiume Rubicone nel comune di Gatteo. Tre i punti campionati in provincia di Rimini: presso la spiaggia a sud della foce del fiume Uso, tra i comuni di Bellaria e Igea Marina; alla foce del Marecchia, nella località di San Giuliano mare del comune di Rimini; alla foce del torrente Ventena nel comune di Cattolica.
I rilievi su cartellonistica e informazioni ai bagnanti. Nel corso dei sopralluoghi, nei punti visitati, i tecnici di Goletta Verde hanno rilevato la scarsa presenza dei cartelli relativi all’informazione sulla qualità delle acque. Solo nel punto alla foce del Marano a Riccione, risultato “fortemente inquinato”, è stata rilevata la presenza dei divieti di balneazione.
“Gli esiti del monitoraggio delle acque delle nostre coste sono pressoché identici ai rilevamenti dell’anno scorso quando era stato rilevato un miglioramento dei dati: un solo punto campionato oltre i limiti di legge nel 2022 e nel 2023. Dati i risultati di quest’anno sollecitiamo gli enti preposti a individuare la fonte di inquinamento del fiume Marano – dichiara Davide Ferraresi, Presidente di Legambiente Emilia-Romagna. Negli anni scorsi questo intento era stato dichiarato ma di fatto ancora il problema non è stato risolto. Sono queste le infrastrutture da potenziare per tutelare il mare dagli scarichi delle acque reflue, e quindi salvaguardare il turismo, uno dei settori su cui si regge l’economia dell’Emilia-Romagna. Quest’anno abbiamo fatto anche una sgradevole scoperta nel corso del lavoro di prelievo e campionamento delle acque: lungo tutti i punti esaminati, nonostante la presenza degli appositi raccoglitori, sono stati notati rifiuti abbandonati. Questo vuol dire che le amministrazioni devono impegnarsi maggiormente sulla comunicazione a bagnanti e turisti, e in generale, sul senso civico della cittadinanza”.
“Come ogni anno con Goletta Verde, storica campagna di Legambiente, monitoriamo lo stato di salute delle acque delle coste italiane – dichiara Stefano Raimondi, Portavoce di Goletta Verde e Coordinatore Aree protette e biodiversità Legambiente. Il lavoro dei volontari e le volontarie di Goletta Verde non si vuole sostituire a quello delle autorità preposte ma bensì vuole restituire, nel periodo estivo, la fotografia sui problemi depurativi del nostro Paese. I dati per il secondo anno consecutivo fanno registrare un miglioramento ma bisogna tenere la guardia alta e tutelare la risorsa mare. Chiediamo uno sforzo in più per quanto riguarda l’informazione ai bagnanti sulla qualità delle acque, obbligatoria per legge.
Focus Depurazione
Secondo il Piano di Gestione del distretto idrografico del fiume Po dell’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po (III ciclo di pianificazione, 2021-2027), gli scarichi urbani rappresentano una pressione puntuale significativa per il 21%, mentre gli sfioratori di piena lo sono per il 18%, dei corpi idrici superficiali (fluviali, lacustri, di transizione e delle acque marino-costiere). Una tipologia di pressione che, da sola o assieme ad altre più o meno impattanti, impedisce a questi corpi idrici di raggiungere un buono stato, come richiesto dalla Direttiva Quadro Acque (2000/60).
Giunta alle 37esima edizione, Goletta Verde monitora lo stato di salute delle acque marine e delle coste. La campagna pone l’attenzione su diverse tematiche estremamente attuali come la depurazione, la lotta alla crisi climatica, la lotta alle illegalità e la salvaguardia della biodiversità. L’eolico off-shore è ancora una volta protagonista di alcune tappe per porre l’attenzione sulle energie rinnovabili e la transizione energetica, perché senza l’energia prodotta dal vento sarà impossibile raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione al 2030. L’eolico è fondamentale per lotta.
L’impegno di CONOU
Il CONOU, Consorzio Nazionale Oli Usati, sostiene da anni la campagna estiva di Legambiente, nella convinzione che sia assolutamente necessario agire collettivamente per la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. Il Consorzio è parte attiva in questo scenario: con la sua attività di raccolta e rigenerazione degli oli minerali usati è un esempio di eccellenza di economia circolare, non solo in Italia, ma addirittura in Europa. Raccogliendo l’olio lubrificante usato alla fine del suo ciclo di vita nei macchinari industriali, ma anche nelle automobili, nelle barche e nei mezzi agricoli, il CONOU fa in modo che questo rifiuto – altamente pericoloso se non gestito correttamente -si trasformi in una preziosa risorsa. Oltre il 98% dell’olio raccolto dal Consorzio viene infatti rigenerato e trasformato in nuova materia prima riutilizzabile, con benefici per l’ambiente e la salute grazie alla riduzione dell’utilizzo di risorse naturali e delle emissioni di gas serra e di altri inquinanti.