Le risaie di Altedo (BO) sono salve! Vittoria degli ambientalisti contro il nuovo polo logistico
Dopo l’intervento della rete NoHub con le associazioni Legambiente, WWF e Primo Moroni supportate da diverse realtà e singole/i attiviste/i, salta l’accordo territoriale che avrebbe permesso la realizzazione del polo da 73 ettari. “La campagna della pianura bolognese è salva dalle speculazioni”
Soddisfazione della rete NoHub logistico Altedo che dalla fine del 2020 si è mobilitata per contrastare i progetti di nuovi hub previsti nella pianura bolognese. Uno dei più rilevanti, quello di Altedo che avrebbe portato alla perdita delle ultime risaie storiche del territorio per ben 73 ettari di campagna.Dopo una forte mobilitazione popolare che ha visto la partecipazione di migliaia di persone con la raccolta di più di 4 mila firme, diverse iniziative di informazione e divulgazione, tra le quali il corteo contro il “Terricidio” promosso dalla Brigata di Solidarietà delle Donne, è del 30 settembre il risultato determinante: il comune di Budrio non approva la delibera che avrebbe permesso l’avanzamento dell’accordo territoriale.
Tale delibera era già stata precedentemente approvata sia dalla Città Metropolitana che dalle Unioni dei comuni ma con una grave imprecisione: l’area dell’intervento veniva descritta come occupata da “terreni incolti”, definizione che era in contrasto con quanto contenuto nella relazione paesaggistica e con l’evidenza dei fatti. Dopo l’invio di un’istanza di autotutela con la quale le associazioni evidenziavano a Città Metropolitana, Unioni e Comuni che le votazioni sulla delibera erano avvenute sulla base di presupposti errati, essa è stata modificata e riproposta al vaglio dei diversi livelli amministrativi. Il Consiglio Comunale di Budrio nel corso della seduta del 30/09/2021 l’ha respinta facendo di fatto decadere l’accordo territoriale.
“Una vittoria che lascia ben sperare sulla possibilità che queste zone non vengano interessate da ulteriore consumo si suolo e da speculazioni economiche.” – commentano dalla Rete. “Adesso è arrivato il momento per pensare veramente ad uno sviluppo differente per questo territorio”.
Le associazioni e comitati invitano però a non abbassare la guardia in quanto sono ancora diversi i progetti che interesseranno l’area della Città Metropolitana, per ancora centinaia di ettari.
Sul piano urbanistico occorre eseguire una mappatura delle aree già impermeabilizzate e dei capannoni inutilizzati favorendone il riutilizzo e non va consentita la realizzazione di hub logistici di dimensioni superiori ai 10000 mq se non prevedono una infrastruttura ferroviaria.
Siamo favorevoli allo sviluppo, ma si tratta di decidere quale modello di sviluppo stiamo immaginando per i nostri territori. Il tempo delle parole è finito, replicare gli errori che hanno prodotto l’emergenza climatica non ha senso. Bisogna ad esempio puntare su mobilità sostenibile per persone e merci, dare impulso all’agricoltura favorendo il passaggio al biologico, valorizzando i prodotti DOP e le imprese di giovani, innovare l’offerta turistica in chiave green con percorsi ciclabili alla riscoperta del patrimonio naturale di pianura e delle eccellenze gastronomiche, orientare l’attività edilizia prevalentemente nel recupero del patrimonio esistente.
La transizione ecologica non solo è possibile ma è urgentemente necessaria.