Recovery Plan: il voto degli europei premia nel bene e nel male le misure dell’Italia
CAN Europe con la campagna online EU Cash Awards ha messo alle votazioni i piani di 16 Stati membri dell’UE
Piste ciclabili, Super bonus e produzione di idrogeno i progetti più votati nella competizione di livello europeo
I Recovery Plan dell’Italia e dei paesi dell’UE a breve saranno sottoposti all’esame dei vertici europei, un piano di mastodontiche proporzioni che dovrà portare i paesi dell’Eurozona verso la ripresa economica e la resilienza al cambiamento climatico. Ma quali sono le misure, pianificate dagli Stati membri compreso il Governo italiano, che piacciono di più o meno ai cittadini europei? Lo hanno chiesto i membri di CAN Europe (Climate Action Network) attraverso la campagna online EU Cash Awards: una “competizione” aperta sul web, dal 12 al 24 aprile, grazie alla quale i cittadini hanno potuto valutare e votare più di 50 misure presenti nelle bozze dei piani di 16 Stati membri comprendendo Recovery Fund, fondi di coesione e Just Transition Fund. Si tratta del più grande pacchetto finanziario (1,8 trilioni di euro) mai messo in campo attraverso le casse dell’UE e che dovrebbe sostenere gli obiettivi del Green Deal.
I cittadini europei hanno votato per le migliori misure “good” che dovrebbero essere replicate, le peggiori misure “bad” che sottolineano le opportunità mancate e i peggiori progetti “ugly” che dovrebbero essere eliminati dai piani finali. L’Italia ha fatto il pieno di votazioni salendo sui gradini più alti del podio in tutte e tre le categorie: Super bonus, idrogeno e piste ciclabili le misure che sono piaciute di più o per niente agli europei. I risultati del voto pubblico saranno annunciati in una cerimonia di premiazione oggi 29 aprile. Questa cerimonia di premiazione, trasmessa online, sarà un momento chiave per far sentire la voce dei cittadini prima che tutti gli Stati membri presentino i loro piani di recupero e resilienza entro la scadenza del 30 aprile 2021.
“Vedere il potere delle persone migliorare i piani di recupero mette in evidenza quanto può essere raggiunto con una partecipazione pubblica attiva – dichiara Daniel Thomson, EU policy officer per la biodiversità di Bankwatch – Ci si chiede cosa sarebbe potuto essere se i piani fossero stati aperti fin dall’inizio. Ora il Parlamento europeo e la Commissione devono mettere in atto le giuste salvaguardie in modo che ci sia tanta attenzione alla ripresa dell’economia quanta alla resilienza del clima e della natura”.
Nella categoria “ugly”, gli europei hanno votato progetti e misure che devastano la natura e accelerano la crisi climatica. La Germania e la regione belga delle Fiandre sono state tra le peggiori per “l’alimentazione fossile del settore dei trasporti”, rispettivamente sovvenzionando la mobilità fossile e investendo in autobus ibridi. La Bulgaria si è resa un posto “brutto” progettando di costruire due autostrade in aree protette, accompagnata dal Portogallo che mira a utilizzare i fondi UE per una diga inutile. Le misure che sono scelte come le più “brutte”, che bruciano il clima con i fondi dell’UE, sono l’inceneritore di rifiuti della Bulgaria, la distribuzione di gas fossile della Romania e i piani d’investimento dell’Italia per favorire il riscaldamento a gas fossile. Infine, la Francia e la Repubblica Ceca sono avvertite dagli europei: no alle risorse destinate alle grandi imprese inquinanti. In tutte le tre categorie (good, bad e ugly) designate dal contest di EU Cash Awards, l’Italia e le sue misure in programma con il Recovery Plan compaiono sui tre gradini più alti del podio.
I crediti d’imposta a sistemi di riscaldamento a gas fossile sono ugly
La nota dolente per l’Italia nella speciale classifica di EU Cash Award riguarda le risorse destinate a gas fossile anziché a fonti di energia rinnovabile. Nella categoria ugly l’Italia si piazza al secondo posto, in ex equo con la Romania, con la misura che prevede un incentivo pari al 110% per sistemi di riscaldamento a gas fossile con il super bonus. Stesso piazzamento per la Romania che propone un’espansione della rete di distribuzione di gas fossile pur non essendoci un fabbisogno tale da richiedere questa misura, mentre al primo posto la più votata è la Polonia con la proposta di ampliare l’uso di gas fossili e sul terzo gradino del podio la Bulgaria con fondi destinati alla costruzione di nuovi inceneritori di rifiuti. Riguardo il Recovery Plan italiano, vi è inserita la possibilità di ricevere crediti d’imposta anche per sistemi di riscaldamento a gas fossile negli edifici: in sostanza, il Super bonus che mira all’efficientamento energetico degli edifici non fa alcuna distinzione tra sistemi di riscaldamento di tipo fossile o da energia rinnovabile.
Medaglia d’argento nella categoria good: oltre 1800 km di piste ciclabili urbane, metropolitane e turistiche
La nota lieta per l’Italia arriva dalla categoria good: i partecipanti hanno apprezzato molto, e votato, i finanziamenti alla mobilità sostenibile all’interno del Piano di ripresa e resilienza che prevede risorse per la costruzione di 570 km di piste ciclabili urbane e metropolitane e la realizzazione di 1250 km di piste ciclabili turistiche. In Italia l’uso della bici è in costante aumento, si tratta di un mezzo che migliorerebbe la qualità della vita delle persone e delle città riducendo drasticamente il traffico stradale, e quindi l’inquinamento. La nota dolente è che nella versione del Pnrr presentata questa settimana dal Governo Draghi i chilometri si sono ridotti rispetto alla versione di gennaio, quando ne erano previsti 1000 in città e 1626 turistici.
L’idrogeno da gas fossile è bad
L’Italia con i progetti relativi alla produzione di idrogeno da gas fossile collegato a impianti di ccs si classifica al primo posto nella categoria “bad” davanti a Francia e Lituania. Il voto ha bocciato totalmente lo stanziamento di fondi europei per finanziare impianti di produzione di idrogeno da gas fossile destinato, tra gli altri, a treni e autobus. Una maglia nera, per ora pronta da tenere in stand by, perché nell’ultima bozza presentata non sono chiare tutte le voci e solo con le schede finali si capiranno le risorse assegnate per i progetti di produzione di idrogeno da fonti fossili.
“La partecipazione dei cittadini sarà decisiva per accelerare la transizione climatica – dichiara Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente – e questo voto dimostra quanto è importante per il nostro Paese non sbagliare i progetti da finanziare. Tutti gli studi dimostrano che con nuove ciclabili può aumentare fortemente l’uso delle bici come principale mezzo di spostamento ed è importante che il Governo abbia previsto risorse nel Pnrr, anche se si poteva fare di più. Ovviamente non siamo contenti che il superbonus, di cui chiediamo la proroga, preveda di pagare per intero impianti che utilizzano combustibili fossili. Stesso discorso per i fondi destinati all’idrogeno da gas fossile. Due misure che vanno in controtendenza rispetto agli obiettivi europei sul clima di decarbonizzazione e dell’interesse di un Paese come l’Italia a spingere rinnovabili e efficienza”.