Liberiamo l’Emilia-Romagna dall’usa e getta
Oltre l’85% delle mense scolastiche dei capoluoghi usa già stoviglie e posate riutilizzabili. Peggio la situazione nei centri minori, dove il 25% dei comuni ha mense con solo usa e getta.
Enorme invece la produzione di rifiuti nelle feste estive: almeno 2000 le iniziative in regione con oltre un milione di coperti, in buona parte di plastica monouso.
Le proposte dell’associazione per una regione capofila contro i rifiuti da prodotti monouso. “Impegno di Regione e Comuni e Aziende rifiuti col supporto di ATERSIR”.
La pratica dell’usa e getta è uno delle principali cause della produzione di rifiuti e del consumo di risorse. Tra questi i prodotti in plastica sono tra i principali imputati dei rifiuti marini e degli abbandoni nell’ambiente, a cominciare da fiumi e fossi.
Lanciamo dunque la campagna per liberare la regione da stoviglie e posate usa e getta partendo dalle mense scolastiche e dalle sagre. L’obiettivo primario è quello di sostituire piatti, bicchieri e posate con materiale riutilizzabile (ceramica, metallo, materiali melamnici ecc. ) affiancati dall’utilizzo di lavastoviglie. Solo in subordine la soluzione dovrebbe essere quella di stoviglie usa e getta biodegradabili in sostituzione della plastica. Per questo chiediamo un impegno concreto a Regione e Comuni per un percorso che porti l’Emilia Romagna a superare questi comportamenti e diventare un modello per il paese.
Abbiamo provato a valutare i numeri del fenomeno dell’usa e getta nelle mense e nelle feste.
Rispetto alle mense scolastiche è stata condotta un’analisi puntuale sui capoluoghi ed i centri oltre i 40.000 abitanti, mediante questionari ai Comuni e interviste a genitori delle commissioni mense.
Ad oggi buona parte dei capoluoghi ha messo al bando l’usa e getta dalle proprie mense scolastiche con una media di oltre l’85% di plessi che utilizzano lavastoviglie e materiali riutilizzabili. Inoltre spesso le mense in cui non è presente la lavastoviglie utilizzano prodotti compostabili che possono finire nella raccolta differenziata dell’umido (ad. es. è il caso di Bologna, dove esiste un comitato mense molto attivo).
Abbondantemente sotto la media regionale è il Comune di Ferrara in cui l’usa e getta è ancora molto diffuso nelle mense, con una presenza non trascurabile di plastica monouso.
Da rimarcare la situazione di Forlì – appena sotto la media – ma in cui sono in atto percorsi di miglioramento, con l’introduzione di nuove lavastoviglie. Interessante anche la pratica per cui, nelle mense dove non vi sono lavastoviglie, i bambini si portano da casa bicchieri e posate riutilizzabili, con uno sforzo di responsabilizzazione pubblico-privato. In divenire anche Rimini che, da settembre 2019, ha annunciato che verranno superate anche le ultime mense in cui era presente l’usa e getta.
Sul tema generale dei rifiuti, sono inoltre diversi i progetti di valore in corso in varie città: dalla somministrazione di sola acqua in caraffa, al lavori per il recupero del cibo non consumato.
Diversa la situazione nei comuni minori, dove invece restano alte le mense in cui sono presenti le stoviglie usa e getta. Secondo le indagini regionali condotte dai Comuni Ricicloni di Legambiente (ultimo dato 2017) il 24% delle amministrazioni che ha risposto ha dichiarato di avere mense con l’utilizzo di solo stoviglie usa e getta. In molte di queste situazioni sono in atto percorsi per andare dalla plastica verso materiali biodegradabili ma il pubblico dovrebbe dare l’esempio con le migliori pratiche di riduzione rifiuto.
Nel complesso tuttavia, con uno sforzo adeguato, non sarebbe difficile arrivare in un paio d’anni all’obiettivo del 100% di mense scolastiche senza usa e getta in tutta l’Emilia Romagna.
Se per le mense la situazione è complessivamente positiva molto peggio la produzione dei rifiuti nelle migliaia di feste estive. Le sagre e feste all’aperto sono infatti una piacevole tradizione, consolidata in quasi tutti i 328 comuni della Regione (sono abbondantemente oltre 2000 gli eventi ogni anno, secondo le stime dell’Associazione) con milioni di coperti ogni anno. Una situazione di bella socialità, dove però l’usa e getta la fa ancora da padrone: non esistono dati al riguardo, ma in questo caso sono tendenzialmente solo le feste più grandi e strutturate ad essere dotate di lavastoviglie.
Un territorio su cui su cui è dunque necessario lavorare. Ma non si parte da zero. Negli anni sono infatti state attivate diverse esperienze virtuose di Ecofeste sia da Province che dalla Regione, con l’attivazione di lavastoviglie e materiali riutilizzabili. Tuttavia queste iniziative non hanno intaccato il grosso dell’utilizzo di stoviglie monouso.
Dunque chiediamo un exit strategy, che mette in campo più strumenti assieme: incentivi (molte le risorse in capo ad ATERSIR grazie ai fondi della Legge Regionale 16/2015 sull’Economia Circolare ), leva fiscale (agendo sulle tasse comunali per concessione spazi, o sulle tariffe rifiuti) ed un coinvolgimento delle aziende di gestione rifiuti che potrebbero mettere in campo la gestione di kit trasportabili di lavastoviglie industriali e piatti riutilizzabili. Su l’opzione delle lavastoviglie a “nolo” esperienze positive sono già state sperimentate sia a livello locale (Legambiente Piacenza e ATO, già da 15 anni avevano messo a disposizione il kit per le feste) sia a livello nazionale (da citare la buona esperienza in Basilicata).
E’ evidente che il percorso sulle feste è più complesso e meno immediato di quello sulle mense scolastiche, ma deve essere avviato un insieme di provvedimenti che chiarisca fin da subito la direzione di marcia e metta tutti gli attori nelle condizioni di adeguarsi nel giro di pochi anni.
“Per questo chiediamo un impegno concreto a Regione e Comuni per un percorso che porti l’Emilia Romagna a superare queste cattive pratiche” conclude Lorenzo Frattini, presidente regionale dell’associazione “Con l’impegno adeguato, nel giro di pochissimi anni la regione potrebbe diventare un modello per il paese”.
Ricordiamo infine che le proposte erano già state presentata ad aprile in un convegno apposito sulle plastiche nell’ambiente e che ha avviato anche una campagna per raccogliere segnalazioni su situazioni particolarmente “sprecone” e dove si fa abuso di plastica.
SCHEDA DATI MENSE SCOLASTICHE COMUNALI
Comuni sopra i 40.000 abitanti |
% mense scolastiche con stoviglie riutilizzabili |
Note |
Comune di Bologna |
90% |
rimanete in materiale compostabile |
Comune di Parma | oltre 97% | |
Comune di Modena | 82% | Dato 2017 |
Comune di Reggio Emilia | oltre 98% | |
Comune di Ravenna | oltre 98% | |
Comune di Rimini | 83% – da settembre 2019 si arriverà ad oltre il 98% | |
Comune di Ferrara | sotto il 40% | Rimanenti stoviglie sia plastica che compostabile |
Comune di Forlì | 82% circa | Rimanente in materiale compostabile – nel calcolo si è tenuto conto che nelle mense con l’usa e getta i bambini si portano comunque bicchieri, tovaglioli e posate lavabili da casa. |
Comune di Piacenza | oltre 98% | |
Comune di Cesena | Dato non disponibile | |
Comune di Carpi | oltre 98% | |
Comune di Imola | Dato non disponibile | |
Comune di Faenza | oltre 98% | |
Comune di Sassuolo | oltre 98% | |
MEDIA Comuni Maggiori | 86% circa |
Fonte dei dati: dichiarazione dei Comuni e interviste a membri Commissioni mense
Nota: dove è indicato oltre il 98% si intende che tutte le scuole adottano materiali riutilizzabili. Non si è indicato il 100% perché permangono spesso situazioni di diete speciali per alcuni studenti in cui i piatti sono serviti in contenitori monouso.
Comuni minori
Dei comuni che hanno risposto al questionario annuale sui Comuni Ricicloni nel 2017 , su 130 comuni, il 24% ha segnalato di avere ancora mense con solo stoviglie usa e getta. Si tratta di un numero sottostimato perché nelle rimanenti situazioni, a volte i Comuni hanno sia mense con usa e getta chemense in cui è presente la lavastoviglie.