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Stop alle fonti fossili!

Da Lido di Dante l’appello di Goletta Verde in transito verso Porto Garibaldi per fermare le estrazioni petrolifere

Firma la petizione #NoOil QUI

Il dossier completo NoOil Emilia Romagna QUI 

L’appello di Goletta Verde: “Nonostante le ‘rassicurazioni’ del Governo dopo il referendum sulle trivelle del 2016, vecchi e nuovi pozzi e piattaforme e nuove attività di prospezione mettono concretamente a rischio i mari italiani e le coste dell’Emilia Romagna. Ecco perché chiediamo al Ministro dello Sviluppo Economico di cancellare tutti i sussidi ancora oggi garantiti alle fonti fossili e di mettere in campo una rottamazione delle fonti energetiche inquinanti”

A minacciare la costa dell’Emilia Romagna vi è pure il fenomeno della subsidenza che riguarda soprattutto il litorale del ravennate, dove ogni anno si assiste al grave abbassamento della costa di Lido di Dante, di fronte al quale insiste la piattaforma ENI di estrazione gas Angela Angelina

Nonostante gli Accordi sul clima di Parigi e gli impegni presi per contrastare i cambiamenti climatici nel nostro Paese si persevera nell’incentivare l’uso dei combustibili fossili, fornendo a questo settore quasi quattro volte più sussidi che alle energie rinnovabili, pari a 14 miliardi di euro l’anno. Fermare le estrazioni di idrocarburi e, di conseguenza, uscire definitivamente dalla dipendenza dalle fonti fossili, è un passo fondamentale per arrestare il cambiamento climatico. Tale stop infatti permetterebbe di ridurre le emissioni di CO2 di oltre 750 milioni di tonnellate, ovvero il 5,8% al 2020, un obiettivo importante confermato anche da tutte le ricerche scientifiche che continuano a mettere in evidenza l’urgente necessità di contenere l’aumento della temperatura globale entro 1,5 °C per evitare gravi ripercussioni su persone ed ecosistemi.

Per dire “basta” alle estrazioni e ai continui sussidi che vengono erogati alle infrastrutture, alla ricerca e alla produzione di energia da fonti fossili, oltre che per fermare il fenomeno della subsidenza che sta interessando il litorale ravennate, in particolare in corrispondenza della piattaforma ENI di estrazione gas Angela Angelina, Legambiente, in occasione del passaggio di Goletta Verde da Lido di Dante, prima di raggiungere Porto Garibaldi, ha organizzato un flash mob sulla spiaggia di fronte alla piattaforma di estrazione gas più vicina alla costa di tutta Italia, ed ha lanciato la petizione #NoOil (https://bit.ly/2NWh8oI) indirizzata al ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio.

In Emilia Romagna le fonti fossili coprono l’89,1% dei consumi totali regionali (Simeri GSE, 2015), contro il 10,9% da fonti rinnovabili. La produzione di petrolio, nel 2017, è stata pari a 18,4 mila tonnellate, lo 0,4% della produzione nazionale, mentre quella di gas è stata di 1.819,2 milioni di Smc, pari a circa il 32,2% della produzione nazionale che, stando agli attuali consumi, coprirebbero lo 0,03% del fabbisogno del nostro Paese attraverso la produzione di olio, e il 2,4% con quella di gas. Numeri certamente poco incidenti ma che nei territori e nei mari interessati dai progetti di trivellazione portano a rischi ambientali importanti: in caso di incidente, infatti, verrebbero messi in ginocchio turismo e pesca, come testimoniato dal disastro causato nel 2010 dalla piattaforma petrolifera della BP nel Golfo del Messico.

Non solo, ma il cambio di rotta verso un futuro 100% rinnovabile, rimarrà complesso e difficile se il nuovo Governo non si impegnerà con urgenza ad eliminare tutti i vantaggi di cui godono nel nostro Paese le compagnie petrolifere. Basti pensare che dal 2010 al 2017 le concessioni produttive di greggio in Emilia Romagna hanno estratto in totale circa 203 mila tonnellate di greggio, di cui 158 mila (78,1%) sono risultate esenti dal pagamento delle royalties (soglia di esenzione 50.000 tonnellate per concessioni in mare e 20.000 tonnellate per quelle a terra). In questi anni la soglia minima di esenzione è stata del 65,3% nel 2012, con il massimo raggiunto proprio nel 2017, in cui tutto il petrolio estratto è stato esente dal pagamento delle royalties. Sempre per lo stesso periodo, le concessioni produttive di gas hanno estratto in totale 21.954 milioni di Smc, di cui 11.956 (il 54,5%) sono risultati esenti dal pagamento delle royalties (soglia di esenzione 25 milioni per concessioni a terra e 80 milioni per quelle a mare). In questi anni, la percentuale di esenzione non è mai scesa al di sotto del 47% del 2010, con il massimo raggiunto nel 2016, in cui il 63% del gas estratto è stato esente dal pagamento delle royalties.

“Si tratta di regali che rendono i nostri territori e i nostri mari un vero e proprio Texas petrolifero, dove gli interessi nel proseguimento alle attività petrolifere non si sono mai fermati. Sono almeno 15 le compagnie che hanno fatto richiesta di ricerca e prospezione per nuove aree, per 2.385,3 kmq per la terraferma e 774,3 kmq in mare – commenta Katiuscia Eroe, portavoce di Goletta Verde – I numeri raccontati nel dossier di Legambiente #NoOil Emilia Romagna raccontano bene non solo il ruolo, oggi ancora determinante delle fonti fossili, anche a causa di politiche mancanti di sviluppo di un nuovo sistema energetico innovativo e rinnovabile, ma anche come le produzioni siano in costante riduzione da anni. Scegliere di continuare a produrre gas e petrolio non solo mette a rischio il raggiungimento degli obiettivi climatici, ma anche quelli di sviluppo locale della Regione Emilia Romagna, costretta a subire l’arroganza delle compagnie, ma anche la poca lungimiranza e la mancanza di coraggio dei Governi, che invece di investire su un nuovo modello energetico, continuano a supportare lo sviluppo di politiche energetiche dipendenti dalle fonti fossili. Dopo aver contribuito alla definizione di obiettivi europei al 2030 su rinnovabili ed efficienza molto ambiziosi, chiediamo al ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio di segnare un’altra discontinuità con i governi precedenti, fermando la corsa all’oro nero nel nostro Paese, e al Governo italiano di essere coerente con gli impegni sottoscritti a livello internazionale, indirizzando le scelte di aziende come Eni, a prevalente capitale pubblico, che continua ad investire solo sulle fossili, lasciando le briciole alle rinnovabili, per contribuire alla lotta ai cambiamenti climatici e non per alimentarli, come fa oggi”.

A compromettere lo stato di salute delle coste dell’Emilia Romagna vi è pure il fenomeno della subsidenza che interessa in particolare il litorale ravennate dove, dal 1984 al 2011, si è verificato un abbassamento massimo del suolo di circa 45 centimetri. Il record negativo si ha nel tratto costiero che va da Lido Adriano fino ad oltre la Bocca del T. Bevano, proprio di fronte alla piattaforma ENI di estrazione gas Angela Angelina che – a meno di 2 km dalla costa – determina un aumento della tendenza naturale alla subsidenza.

“La piattaforma Angela Angelina, con le sue estrazioni di gas a ridosso della costa, concorre in modo significativo all’abbassamento del suolo, fenomeno che proprio sulla costa di fronte ha raggiunto livelli allarmanti – commenta Lorenzo Frattini, presidente di Legambiente Emilia Romagna – con un abbassamento di ben 45 cm dal 1984 ad oggi. Nel periodo che va dal 2011 al 2016 tali tendenze diminuiscono ma, stando ai dati forniti da ARPAE, rimane comunque il record massimo di abbassamento regionale della costa con 15 mm/anno. Proprio per l’innegabile evidenza della correlazione subsidenza-estrazioni, l’amministrazione del Comune di Ravenna sembra avere aperto una trattativa con la stessa ENI ed il MISE per anticiparne la chiusura. Al momento, però, le promesse dell’amministrazione ravvennate sembrano non avere nessun riscontro oggettivo e ogni anno che passa aumenta il rischio per l’entroterra. Restiamo dunque in attesa di sapere se questo processo si attuerà o meno – conclude Frattini – e se alle dichiarazioni sui giornali del Sindaco seguiranno anche atti. Noi certo non smetteremo di batterci per la difesa della costa e del clima e per ottenere la dismissione di questa e di tutte le altre piattaforme di estrazione presenti in regione”.