Lupo ucciso nel riminese: atto barbaro e reato penale
Istituzioni e associazioni prendono le distanze, nessuna giustificazione possibile.
I cittadini aiutino i Carabinieri Forestali che stanno ricercando informazioni utili alle indagini.
Un ulteriore caso di uccisione illegale di un lupo si è verificato nel riiminese. Un atto barbaro e particolarmente grave, per le modalità dell’uccisione e per il gesto di ostentazione, che ha visto i criminali appendere il cadavere ad una pensilina dell’autobus nel comune di Coriano.
A farne le spese, in questo caso, un giovane esemplare maschio, riconosciuto dalle pattuglie dei Carabinieri e dal Gruppo Carabinieri Forestali locale, dopo le segnalazioni di cittadini.
“Si è trattato di un atto a chiaro significato di istigazione – hanno dichiarato Lorenzo Frattini presidente di Legambiente Emilia Romagna e Antonio Nicoletti responsabile nazionale aree protette dell’associazione – in merito al quale chiediamo che tutte le istituzioni e le forze economiche reagiscano in un solo modo, condannando il crimine”
Chiediamo che le indagini in corso procedano speditamente per l’individuazione dei responsabili ed invita i cittadini che avessero possibili informazioni a contattare i Carabinieri che hanno già dichiarato di volere perseguire con ogni mezzo questo crimine.
Non si può infatti tollerare che azioni di questo tipo siano perpetrare nel nostro territorio o anche che possano essere sottovalutate. Questi episodi, devono invece spingere enti ed istituzioni a rafforzare sia le misure di controllo del territorio per porre freno al bracconaggio, sia le azioni e le misure di prevenzione dei danni alla fauna domestica che spesso innescano o inaspriscono atteggiamenti di intolleranza.
“E’ inoltre necessario – continuano Frattini e Nicoletti – che si potenzi il lavoro congiunto di tutti i soggetti interessati: Carabinieri Forestali, enti ed istituzioni locali, personale delle aziende sanitarie locali e degli istituti zooprofilattici sperimentali, veterinari ma anche dei portatori di interessi più direttamente coinvolti, al fine di confrontarsi in maniera continua e periodica per operare processi di scelta e di condivisione di strategie ed azioni comuni in maniera non preconcetta ma con spirito di reale e fattiva collaborazione. Per garantire la migliore convivenza tra questo prezioso animale e le attività antropiche della montagna.
L’evento non ha precedenti nella provincia romagnola in cui si è verificato e colpisce una specie simbolo del nostro Appennino, di interesse comunitario, nonché particolarmente protetta da normative nazionali e europee, rivestendo oltretutto un ruolo ecologico di grande importanza per gli ecosistemi naturali del nostro Paese.