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Accanimento terapeutico sul progetto sciistico di Corno alle Scale

 

40 milioni per impianti sciistici di Corno alle Scale: uno spreco che non tiene conto del cambio climatico, e sottrae denaro prezioso per la soluzione dei veri bisogni della montagna.

È come scommettere soldi su un cavallo zoppo solo per fare piacere al padrone.

Incomprensibile l’accordo firmato tra Presidenza dei Ministri e Regioni Emilia Romagna e Toscana con cui il governo promette 20 milioni di euro a fronte di analoghi impegni sui bilanci regionali, su un progetto di cui, al momento, né i comuni interessati nè i cittadini conoscono i dettagli.

Nel momento in cui i ghiacciai arretrano a seguito dei cambiamenti climatici, e in cui anche le stazioni sciistiche alpine sono in difficoltà, la scelta di destinare 40 milioni di euro complessivi (così si legge sulla stampa) per creare un comprensorio sciistico unico tra Toscana ed Emilia-Romagna è un accanimento terapeutico.

Una scelta su cui certamente si sono espresse a favore le amministrazioni locali, ma su cui probabilmente non si è mai chiesto il parere di un climatologo, sebbene si dichiari di voler portare proprio a Bologna un centro meteo di rilevanza europea.

Non si tratta solo degli impatti ambientali causati sia dalle importanti infrastrutture che è possibile immaginare a fronte di un tale impegno economico, sia dalle prospettive certe di innevamento artificiale. Si tratta di spreco di risorse. Che anziché destinate ad un residuato delle politiche economiche del secolo scorso, dovrebbero essere usate più proficuamente per garantire alla montagna l’unico futuro possibile, fatto di imprenditoria diffusa, capace di unire ambiente e innovazione, qualità del territorio e giovani.

È evidente che più di una seria valutazione costi-benefici hanno inciso le richieste particolari di una parte del territorio. È come se si scommettessero soldi su un cavallo zoppo solo per fare un favore ad un amico. Con il problema che i soldi sono tanti e pubblici.