Consumo di suolo e piano urbanistico di Budrio
Votata in Consiglio la riconversione di 120 ettari da edificabile ad agricoli. Caso più virtuoso in regione.
“Se un’amministrazione vuole, può già agire contro il consumo di suolo”
Il consiglio comunale di Budrio, paese del bolognese, ha votato ieri sera per l’adozione del nuovo PSC (il piano urbanistico comunale) che attua probabilmente la scelta più rilevante vista finora in regione per ridurre il consumo di suolo. Il consiglio ha infatti scelto di togliere 120 ettari di aree destinate ad espansioni urbanistiche per ridestinarle ad uso agricolo.
E’ il quantitativo più importante visto finora in Emilia Romagna, se paragonato al numero di abitanti del Comune (sono 18.000 i cittadini di Budrio ).
Una scelta che testimonia come le amministrazioni, se veramente c’è l’intenzione, possono tranquillamente rivedere le scelte del passato.
Un cambio di approccio rispetto alle scelte espansionistiche del passato che hanno portato l’Emilia Romagna in testa alle classifiche nazionali di urbanizzazione della campagna e ad avere previsioni di ulteriori espansioni nei vari piani comunali pari a circa 200 kmq.
Una scelta che evidentemente tiene conto anche degli interessi economici dei proprietari delle aree, che sempre più non ritengono utile pagare tasse su terreni che difficilmente verranno realmente trasformati, vista la crisi del mercato edilizio. Ma è comunque un risultato importante che molti comuni non hanno nemmeno preso in considerazione.
Certamente la presenza di leggi regionali e nazionali può trasformare questi casi isolati in una politica del territorio stabilmente dedicata a tutelare la campagna; per questo auspichiamo che si arrivi presto alle approvazioni di buone norme, concretizzando i lavori oggi in corso, tanto da parte della Giunta Bonaccini quanto in parlamento.