Passante Nord: tutti lavorino per un progetto complessivo di mobilità
Le esternazioni di Manca e Galletti Sul Passante Nord, evidenziano approcci superati e dannosi per il territorio.
Le forze economiche e sociali della città lavorino per un progetto complessivo di mobilità, da negoziare col Ministro Delrio.
Sul Passante Nord negli ultimi dieci anni si sono consumati fiumi di inchiostro, spese centinaia di pagine di giornali e di comunicati stampa. In un approccio che troppo spesso è stato puramente ideologico o di scontro tra fazioni politiche, tra partiti o tra correnti di uno stesso partito.
Il dato di realtà che finalmente i Sindaci hanno avuto il coraggio di attestare è però uno solo: il progetto del passante autostradale non stava più in piedi.
Per come l’urbanistica e lo sviluppo dell’hinterland bolognese era evoluto negli anni, per i limiti trasportistici dell’opera e la situazione congiunturale attuale, per le risorse economiche a disposizione che non permettono di risolvere tecnicamente i troppi nodi e impatti del tracciato.
Questo al netto del disastro ambientale e paesaggistico che avrebbe comportato questa nuova colata di cemento e dell’ostilità della popolazione dei comuni coinvolti.
Per questo crediamo che le recenti uscite sul tema da parte del Sindaco di Imola Daniele Manca, così come quelle del Ministro Galletti, oltre che essere inutili, denotano una visione vecchia e controproducente della mobilità e delle opere. Affermare che il progetto dovesse essere tenuto in vita, significa continuare a non prendere atto dello stato delle cose e mantenere la città metropolitana in un empasse senza costrutto.
Partendo dall’insostenibilità ed irrealizzabilità di quest’opera tutti i soggetti che hanno a cuore il futuro di Bologna, la sua vivibilità, la sua competitività, la difesa dell’ambiente ma anche del lavoro, hanno solo due strade da percorrere, tra loro intimamente legate:
- lavorare ad una proposta complessiva sulla mobilità bolognese che risolva anche, ma non solo, i problemi della strozzatura cittadina. Tenendo assieme gli adeguamenti possibili sull’anello tangenziale-autostrada, il servizio ferroviario metropolitano, il completamento della viabilità secondaria di pianura, politiche di incentivi/tassazione che spostino il traffico merci dalla gomma al treno (a cominciare da quello di attraversamento che lascia alla città e alla regione un pesantissimo carico di smog).
- negoziare con Autostrade ed il ministro Delrio una soluzione che lasci i 1300 milioni di euro (la cui destinazione finale non spetta evidentemente all’AD di Autostrade, ma al governo) su Bologna, in cambio di un progetto serio e di opere cantierabili nel medio periodo.
La città dovrebbe presentare questa visione al Ministro Delrio, candidando l‘area metropolitana di Bologna ad essere un laboratorio per il paese, superando la visione che destina i fondi su singole grandi opere, per andare invece verso progetti ed opere integrate, che diano una risposta utile sia alla domanda di mobilità e ai bisogni veri dei cittadini con una mobilità più moderna ed europea e meno impattante, sia alle imprese ed i lavoratori del settore edile che potrebbero avere garanzie maggiori di apertura di cantieri, rispetto a quanto non lo diano i progetti faraonici quanto impattanti.
Questo dovrebbe essere l’obiettivo di tutti, dalla politica, alle associazioni di categoria e di rappresentanza, passando per il mondo ecologista.
Pensiamo che anche il Ministro Galletti, nel suo ruolo istituzionale dovrebbe essere in prima linea per questo nuovo approccio, che garantirebbe anche di dare corpo alle aspettative che buona parte del pianeta sta riversando in questi giorni sulle politiche di riduzioni della CO2 su cui si dibatte a Parigi.
Noi ci faremo promotori di tutti i percorsi che possano portare ad unire energie su questi obiettivi.