Manifestazione per l’Acqua Pubblica a Reggio Emilia, 13 giugno
Reggio Emilia, prima provincia della regione a scegliere la ripubblicizzazione del servizio idrico integrato, è di nuovo ai blocchi di partenza.
Disattesi i risultati dei diversi studi di fattibilità realizzati a supporto della ripubblicizzazione.
La provincia di Reggio Emilia, prima in Emilia Romagna ad aver intrapreso concretamente il percorso di ripubblicizzazione del Servizio Idrico Integrato in attuazione del risultato referendario del 2011, è oggi riportata ai blocchi di partenza. Così ha deciso il direttivo PD della città, nonostante l’indicazione referendaria di 250.000 cittadini reggiani e le promesse fatte ai cittadini in campagna elettorale dal Sindaco Luca Vecchi.
Dopo quasi 4 anni di lavoro per la stesura di un piano di fattibilità tecnico-strategica che ha visto il coinvolgimento di amministratori, sindacato, Comitato Acqua bene Comune, cittadini e altri soggetti interessati, tutto era pronto per l’avvio di un affidamento ad un soggetto 100% pubblico, quando è giunto il dietrofront.
A seguito di una relazione della responsabile Ambiente PD Tania Tellini incentrata su rischi economico-finanziari legati non tanto alla fattibilità economica del progetto in sé, ma ai vincoli connessi alla legge di stabilità che ha espropriato i comuni della loro autonomia di bilancio, la maggioranza il direttivo del partito ha deciso chiedere ai sindaci di dire addio al progetto e cercare una soluzione alternativa.
Una decisione che contraddice però molti dati certi: la realizzabilità tecnico-finanziaria dell’operazione, che avrebbe riportato il servizio idrico ad una gestione aziendale a totale partecipazione pubblica sostenibile e non soggetta a logiche di emrcato legate a multitutility quotate in borsa; le delibere assunte a partire dalla fine del 2012 da molti dei Sindaci locali in favore della ripubblicizzare; le dichiarazioni fatte nei programmi elettorali; l’assenza di un’alternativa concreta, dopo che per quasi 4 anni ci si è dedicati a studiare e rendere praticabile la pubblicizzazione del Servizio.
Ma si tratta anche di un esito che getta un’ombra pesante sulla capacità e sulla volontà della politica locale di farsi promotore di un vero processo di innovazione nella gestione dei Beni Comuni. Per questo LEGAMBIENTE aderisce alla mobilitazione indetta dal “Comitato acqua bene comune” della città di Reggio Emilia in programma domani, sabato 13 giugno 2015 alle 17.30, per chiedere ai Sindaci di proseguire nel percorso intrapreso.