Al via il trasporto in treno del grano di Barilla
In assenza di una politica che incentivi Il trasporto su rotaia, i privati diventano protagonisti.
Mentre il Governo e le amministrazioni locali continuano a investire sulle autostrade, i gruppi privati più lungimiranti investono sui treni.
Già Kerakoll si era mossa per il trasporto su ferro tra la Garfagnana e Sassuolo.
È di oggi la notizia dell’accordo raggiunto tra il gruppo Barilla e CEPIM per il trasporto su ferro dei grani arrivati via nave al porto di Ravenna e diretti allo stabilimento Barilla di Parma.
80 container che con cadenza bisettimanale percorreranno il tragitto Ravenna – Parma non più su gomma, ma in treno.
Una scelta che in altri paesi europei non farebbe notizia, ma che in Italia e in Emilia – Romagna costituisce una vera e propria novità, perché sancisce la concreta possibilità di un trasporto merci sostenibile. Per questo Legambiente plaude all’iniziativa dell’azienda parmense.
Ma quella di Barilla non è l’unica operazione di un grande gruppo industriale che ha scelto di trasferire il trasporto merci da gomma a treno: un altro esempio virtuoso è quello di Kerakoll, che nel 2011 ha scelto di spostare su treno il trasporto dalla Garfagnana agli impianti di Sassuolo degli scarti di lavorazione del marmo, utilizzati per produrre malte e collanti per l’edilizia. Con il coinvolgimento di tutte le parti coinvolte (private e pubbliche) nella realizzazione dello scalo merci di Minucciano (LU) e il risultato di 15mila tir in meno sulle strade in transito da Lucca al distretto ceramico modenese.
Azioni virtuose in evidente contrapposizione con le politiche di mobilità messe in campo negli ultimi decenni dai governi nazionali e dalle amministrazioni locali che preferiscono costruire cinque nuove autostrade per l’Emilia Romagna e riservare al ferro investimenti risibili.
Una di queste cinque autostrade, la Orte Mestre, ha visto proprio in questi giorni l’autorizzazione del progetto preliminare da parte del Cipe. Difficile capire come questa infrastruttura possa essere proposta come la soluzione per garantire futuro al porto di Ravenna, quando il nodo ferroviario ravennate è ancora lontano da essere efficiente.
Ma altrettanto ingiustificati sono il progetto della Bretella Campogalliano Sassuolo che dovrebbe agevolare l’accesso al distretto ceramico emiliano, quando non è certo questa la priorità del settore, per stessa ammissione di diversi gruppi, e l’inutile moncone di 9 km di autostrada TI-BRE in pianura parmense, quando il raddoppio della ferrovia Pontremolese è ben lontano dal vedere la luce.
“La scelta di Barilla è’ una notizia molto positiva, che evidenzia come sui trasporti le esigenze e le visioni dei gruppi privati più vitali della regione siano in linea con le indicazioni dettate dalla UE. Indicazioni che delineano una riduzione del traffico su gomma, necessario per ridurre inquinamento ed emissioni climalteranti. Ci auguriamo che il futuro assessore regionale ai trasporti sappia vedere qual è la direzione presa dalla parte più moderna del paese, e non continui a sostenere progetti di autostrade vecchi di decenni legati a modelli economici superati”.