Archiviamo il Passante Nord
Errani dica qualcosa da ecologista: archiviamo il Passante Nord.
Il Presidente, che oggi detiene la delega all’ambiente, e che in campagna elettorale aveva detto di voler ridurre il consumo di suolo, prenda atto della situazione e metta la parola fine al progetto di passante autostradale a nord di Bologna.
Sono ormai molte le evidenze che testimoniano l’inutilità e la mancanza di condizioni per realizzare il passante autostradale a nord di Bologna, opera di oltre 30 km che devasterebbe la campagna oltre ad aumentare ancor più lo squilibrio tra trasporti su gomma e ferro del nostro paese.
Dopo la bocciatura della UE dell’idea di attuare il passante senza gara d’appalto; dopo la freddezza dimostrata da Autostrade che metteva in dubbio l’utilità del Passante per quanto riguarda la riduzione di inquinamento e di traffico; dopo l’incapacità mostrata l’anno passato dai comuni del bolognese nell’individuare un nuovo tracciato condiviso; dopo le perplessità del sottosegretario alle infrastrutture che ha parlato di recente di opzione zero, e dopo le chiare venute anche in consiglio regionale da membri dello stesso partito del Presidente, è forse ora che Errani e i vertici delle amministrazioni locali di Bologna smettano di parlare del Passante come opera strategica per il nostro territorio.
Spostando l’attenzione dal Passante, verso il completamento del Sistema Ferroviario Metropolitano, Bologna sarebbe ancora in tempo ad imboccare la strada verso la direzione di città vivibile e moderna.
Sorge quindi il dubbio che il continuo invocare il Passante, sia ormai solo un modo per strizzare l’occhio alle grandi ditte di costruzione, pur con la consapevolezza che tale risultato non vedrà mai la luce.
Sarebbe quindi utile che il Presidente desse un segnale netto nel senso della tutela del suolo agricolo contro il cemento, un tema ormai trasversale e atteso da molti cittadini e di molti elettori di Errani.
Se il problema è quello di dover dare risposte alla alle grandi ditte di costruzioni locali attingendo al milliardo e trecento millioni messo a disposizione da Autostrade, la stessa cifra potrebbe essere rinegoziata a favore di interventi di miglioramento della rete già esistente e del trasporto su ferro.
Legambiente, che di recente ha raccolto la staffetta del digiuno contro le grandi opere lanciata da Don Bizzotto in Veneto, ricorda come le risorse economiche del paese siano sempre più limitate; risorse che è indispensabile destinare urgentemente ad interventi che ci avvicinino al futuro, abbandonando opere legate ad un modello di mobilità da rottamare e al principio della facile speculazione.