Mal’Aria in Emilia Romagna
Nessun capoluogo di provincia si salva: Parma, Reggio Emilia e Rimini sono i peggiori.
2012 anno nero per la qualità dell’aria. Le prime settimane del 2013 confermano il trend negativo.
Serve una linea più chiara nelle ordinanze comunali: sulle chiusure al traffico, Sindaci in ordine sparso. Necessari interventi strutturali e non emergenziali per un netto cambio di mentalità.
Il 2013 è stato denominato “anno europeo dell’aria”, ma per come si è concluso lo scorso anno e viste le performance delle città italiane in termini di inquinamento atmosferico non c’è molto da sperare: nel 2012 in tutti i principali centri urbani sono stati superati i livelli di polveri fini (PM10) con concentrazioni superiori a 50 milligrammi per metro cubo (µg/m) per più di 35 giorni in un anno, la soglia prevista dal Dlgs 155/2010.
In generale è l’area della Pianura Padana a confermarsi come la zona più critica, con 18 città tra le prime 20 posizioni nella classifica dell’inquinamento atmosferico, anche a causa delle caratteristiche geomorfologiche che non favoriscono il ricircolo dell’aria.
In quanto a qualità dell’aria, in Emilia-Romagna nessun capoluogo di provincia è promosso, facendo registrare nell’arco del 2012 dati decisamente allarmanti: la prima città per gli elevati e ripetuti livelli di PM10 è Parma con 115 giornate, seguita da Reggio Emilia (93), Rimini (88), Modena (85), Ferrara (77), Bologna (73), Piacenza (71), Ravenna (66) e infine Forlì (52).
Inoltre se guardiamo i valori di polveri sottili raccolti da ARPA Emilia-Romagna negli ultimi anni (tabella “PM10 ti tengo d’occhio”), si nota che dal 2009 ad oggi nella maggior parte dei grandi centri urbani della regione si è verificata una vera e propria escalation dei livelli di PM10: in alcuni casi – come Parma e Rimini – i microgrammi di polveri contenuti nell’aria sono addirittura raddoppiati.
Ciò indica che le misure fino ad ora adottate per e ridurre gli inquinanti atmosferici limitandone le cause non sono state sufficienti né efficaci per porre rimedio alla grave situazione del Bacino padano.
Sono i processi industriali e di produzione di energia e in città prevalentemente il traffico veicolare e i riscaldamenti, le principali fonti di emissione di polveri fini, ossidi di azoto, dei precursori dell’ozono o di altri inquinanti come gli idrocarburi policiclici aromatici o il monossido di carbonio e del rumore. Questi sono quindi i settori su cui bisogna intervenire con AIA severe per siti produttivi e centrali elettriche, politiche di efficienza energetica degli edifici, diffusione di fonti rinnovabili e pulite per la produzione di energia e per il riscaldamento delle nostre abitazioni e una nuova mobilità incentrata sul trasporto pubblico locale e su quello ferroviario, dirottando i 400 milioni di euro regalati ogni anno all’autotrasporto, sul ferro e sulla mobilità collettiva.
Da ottobre 2012, attraverso l’Accordo di programma, la Regione Emilia-Romagna ha lanciato delle nuove linee guida per mettere in atto azioni mirate al miglioramento della qualità dell’aria e al progressivo raggiungimento dei valori fissati dall’Unione europea. L’accordo, sottoscritto dai Capoluoghi di provincia e da tutti i Comuni superiori ai 50 mila abitanti, è stato però recepito e interpretato in maniera differente nelle varie ordinanze comunali. Anche le sezioni più chiare e di facile attuazione, come ad esempio le restrizioni al traffico dei centri abitati nelle giornate del giovedì e delle prime domeniche di ogni mese (fino al 31 marzo), sono applicate in maniera disomogenea nel territorio emiliano-romagnolo (Tabella riassuntiva delle ordinanze comunali). È il caso di Reggio Emilia, nella cui normativa si omette completamente di inserire le domeniche ecologiche prevedendo l’approvazione di una successiva e specifica ordinanza, che però ancora non è mai arrivata.
Legambiente sottolinea inoltre come, a volte, i meccanismi per introdurre le misure emergenziali previsti dal Patto per l’aria risultino quantomeno contorti e controproducenti: il meccanismo di applicazione di un’ulteriore domenica di chiusura totale alla circolazione privata, nel caso in cui ci siano stati superamenti dei livelli di PM10 per 7 giorni consecutivi, è emblematico.
Si guardi ad esempio l’attuale situazione di Rimini: stando ai monitoraggi quotidiani di ARPA (tabella “Dati PM10 ultimi 14 giorni”), il comune romagnolo ha avuto ben 10 giorni consecutivi di sforamenti, dal 4/01 al 13/01 compresi. Una situazione di gravissimo inquinamento, che non farà però scattare l’ulteriore blocco del traffico nella domenica successiva, solamente perché il lunedì precedente al giorno di controllo (martedì), i valori limite erano nella norma.
«Ciò di cui necessita la nostra regione, più che singoli provvedimenti di limitazione – afferma Cristina Bondavalli, della Segreteria di Legambiente Emilia-Romagna – è una visione d’insieme per ripensare in maniera sostenibile il sistema di mobilità pubblica e privata, lo sfruttamento territoriale e l’efficienza energetica dei nostri edifici. Bisogna mettere in secondo piano la logica dell’emergenza, che produce restrizioni e obblighi saltuari e di dubbia utilità, per abbracciare e dare spazio ad un piano strutturale più ampio che sia davvero efficace e che conduca ad un progressivo cambio di mentalità».
Legambiente sta già lavorando ad una serie di richieste da proporre ai Sindaci più volenterosi dell’Emilia-Romagna.
PM10 ti tengo d’occhio
La classifica di Legambiente dei Capoluoghi di Provincia con i superamenti della soglia limite di polveri sottili in un anno; Il Dlgs 155/2010 prevede un numero massimo di 35 giorni/anno con concentrazioni superiori a 50 µg/m3.
Città | Totale gg superamento 2012 | Totale gg superamento 2011 | Totale gg superamento 2010 | Totale gg superamento 2009 | Media ug/m3 di PM10 nei giorni di superamento |
Parma | 115 | 92 | 61 | 62 | 75,6 |
Reggio Emilia | 93 | 84 | 84 | 80 | 71,5 |
Rimini | 88 | 73 | 58 | 36 | 66,9 |
Modena | 85 | 89 | 82 | 78 | 69,9 |
Ferrara | 77 | 71 | 59 | 66 | 69,6 |
Bologna | 73 | 68 | 62 | 50 | 69,6 |
Piacenza | 71 | 79 | 63 | 83 | 72 |
Ravenna | 66 | 67 | 47 | 37 | 69,5 |
Forlì | 52 | 47 | 45 | 37 | 66,7 |
Fonte: elaborazione Legambiente su dati Arpa Emilia-Romagna
Dati PM10 dal 1 gennaio al 16 gennaio 2013
Città | 01/01 | 02/01 | 03/01 | 04/01 | 05/01 | 06/01 | 07/01 | 08/01 | 09/01 | 10/01 | 11/01 | 12/01 | 13/01 | 14/01 | 15/01 | 16/01 | Totale gg sforamenti |
Parma | 61 | 64 | 41 | 56 | 64 | 52 | 79 | 86 | 48 | 53 | 47 | 59 | 61 | 32 | 25 | 8 | 10 |
R. Emilia | 76 | 60 | 36 | 50 | 60 | 53 | 66 | 65 | 49 | 51 | 45 | 50 | 63 | 26 | 24 | 8 | 8 |
Rimini | 86 | 67 | 47 | 58 | 68 | 59 | 64 | 66 | 61 | 80 | 60 | 65 | 54 | 30 | 29 | 20 | 12 |
Modena | 64 | 59 | 37 | 61 | 50 | 68 | 67 | 65 | 50 | 53 | 53 | 56 | 57 | 32 | 27 | 13 | 10 |
Ferrara | 70 | 62 | 42 | 58 | 70 | 92 | 73 | 53 | 59 | 62 | 72 | 66 | 47 | 26 | 20 | 11 | 11 |
Bologna | 55 | 70 | 38 | 63 | 53 | 61 | 73 | 67 | 65 | 55 | 56 | 54 | 49 | 21 | 25 | 8 | 11 |
Ravenna | 65 | 65 | 40 | 46 | 66 | 73 | 58 | 52 | 56 | 63 | 64 | 64 | 54 | 22 | 32 | 12 | 11 |
Piacenza | 64 | 41 | 40 | 45 | 42 | 53 | 70 | 49 | 47 | 46 | 33 | 46 | 42 | 22 | 24 | 9 | 3 |
Forlì | 49 | 61 | 40 | 52 | 64 | 58 | 54 | 54 | 55 | 68 | 51 | 51 | 39 | 25 | 39 | 19 | 10 |
Fonte: elaborazione Legambiente su dati Arpa Emilia-Romagna (Liberiamo l’Aria)