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Nota su terremoto in Emilia e ricerca idrocarburi

Da almeno due settimane si sono rincorse sulla rete diverse ipotesi sul fatto che il sisma che ha duramente colpito la nostra regione, possa essere stato causato dalla ricerca di idrocarburi.
Non avevamo ritenuto necessario esprimerci perché giudichiamo la cosa priva di fondamento. Visto però che il tema ha avuto ormai una certa rilevanza sui media e che abbiamo avuto richieste di delucidazioni da parte di cittadini preoccupati, abbiamo voluto coinvolgere tanto l’ufficio scientifico nazionale quanto alcuni membri del comitato scientifico regionale.

Tutte le risposte escludono categoricamente che gli eventi sismici delle ultime due settimane abbiano una causa antropica; tali eventi sono legati ai movimenti della crosta terrestre in atto da tempi geologici.
L’utilizzo delle famigerate tecniche di ricerca del “fracking” cioè di frantumazione della roccia con cariche di esplosivo, non è autorizzata in Italia. Anche nell’ipotesi, a nostro avviso remota, che qualche ditta abbia realizzato abusivamente questa tipologia di metodo nel pieno della pianura padana, gli effetti non potrebbero avere generato questa tipologia di sequenza sismica e con tale portata.

Ci sentiamo in dovere di comunicare la posizione di Legambiente anche perché riteniamo doveroso evitare il diffondersi di dicerie che non fanno che peggiorare lo stato psicologico delle popolazioni colpite.

Con queste premesse riteniamo comunque che l’ipotesi di uno stoccaggio di gas a Rivara, che già ha avuto il no sia nostro che della Regione e degli enti locali, debba essere definitivamente accantonato per ragioni di buon senso e precauzione. Analogamente risulta necessario prestare la massima attenzione a qualsiasi attività estrattiva in atto, sia alla luce del sisma che del fenomeno della subsidenza (l’abbassamento del suolo), che interessa buona parte della costa e della bassa pianura emiliana.
Infine abbiamo già sottolineato la nostra completa contrarietà all’utilizzo della tecnica del fracking.