Qualità dell’aria in Emilia Romagna: basta proclami, servono azioni immediate
Presentato il report sulla qualità dell’aria in regione
Miglioramento della qualità dell’aria dal 2001 al 2011: l’emergenza del 2011 però prosegue anche nel 2012
È stato presentato il 26 gennaio in Regione il report sulla qualità dell’aria in Emilia Romagna: a fronte di un comprovato peggioramento dei dati relativi al 2011, dopo il miglioramento riscontrato invece nel periodo 2001- 2010, l’Assessore all’Ambiente Freda ipotizza un incontro con le amministrazioni locali per valutare l’ipotesi di aggiungere anche la domenica al classico giovedì di blocco del traffico.
Legambiente legge quest’ipotesi come la conferma dell’allarme lanciato dall’associazione ormai da diversi mesi sull’emergenza sanitaria legata alle concentrazioni di PM10 nelle principali città capoluogo.
Ancora una volta, però, dobbiamo ricordare all’Assessore Freda che le misure di intervento proposte sono del tutto insufficienti, e per questo, dopo essere scesi in piazza sabato 21 gennaio in occasione della campagna nazionale Mal’aria, ribadiamo che è arrivato il momento di mettere in campo azioni decisive per porre fine all’emergenza.
Occorre cioè programmare da subito azioni strutturali con priorità assoluta al trasporto pubblico cittadino e pendolare, e alla rete ciclabile, ma, soprattutto, occorre ripensare il destino delle risorse economiche destinate alla realizzazione delle infrastrutture su gomma per destinarle ad altro.
Non può essere ignorato infatti che nella nostra regione un contributo pesantissimo all’inquinamento dell’aria è offerto dal traffico commerciale su gomma che transita sull’arteria autostradale e sulle altre grandi arterie stradali, uno sviluppo favorito dagli aiuti via via assicurati al settore per mantenere prezzi bassi e competere in maniera distorta sul mercato per fronteggiare la concorrenza degli autotrasportatori dei Paesi neocomunitari. Una politica che ha impedito però l’attivazione di altre modalità di trasporto delle merci, a cominciare dalla ferrovia, favorendo invece l’incremento del traffico su gomma a livelli ormai insostenibili.
Ulteriori ritardi nel dare corso a ipotesi del tutto alternative al trasporto su gomma, non solo condanneranno la regione ad un peggioramento inesorabile della qualità dell’ambiente e della vita dei cittadini, ma ci obbligheranno anche al pagamento di multe salatissime per aver infranto la Direttiva Europea.