Articoli

Inaugurazione di impianto fotovoltaico “Modello” a Montechiarugolo

Legambiente: un esempio da seguire

Partecipiamo con soddisfazione all’inaugurazione, oggi pomeriggio alle 17.30.

L’impianto, realizzato dal Comune di Montechiarugolo a monte delle casse di espansione del fiume Enza, è un concentrato di buone pratiche che Legambiente indica come esempio-modello di centrale elettrica solare da seguire a tutte le amministrazioni pubbliche, specialmente i comuni medio-piccoli.

L’impianto, denominato Helios 2, sorge in una ex-cava abusiva dove, parallelamente alla posa dei pannelli è stata avviata la rinaturalizzazione dei luoghi circostanti. L’opera è stata appaltata integralmente dal Comune, senza intermediazioni, con la procedura del leasing in costruendo. Grazie a questa modalità le casse comunali beneficeranno di un introito annuo di 400mila euro (già al netto della rata per il mutuo bancario) che dal dodicesimo anno salirà a 1 milione di euro. L’opera è costata 7,1 milioni ed ha ottenuto un contributo regionale di 400mila euro.
La potenza installata (1,914 Mw) permetterà una produzione annua di 2.192 Mwh che copre il 135% dei consumi energetici comunali e il 185% della spesa economica per l’approvvigionamento energetico. Il Comune ha sottoposto il progetto a VIA (Valutazione impatto ambientale) volontaria.

Si tratta di un impianto fotovoltaico a terra. Legambiente ritiene che i criteri seguiti dal Comune di Montechiarugolo per realizzarlo siano stati attenti a tutte le problematiche connesse al consumo di suolo. Il progetto e le modalità di realizzazione dell’impianto Helios 2 di Montechiarugolo, suggeriscono una valutazione attenta, caso per caso, sul fotovoltaico a terra perché le linee guida regionali sull’argomento, benché positive e necessarie, rischiano di frenare troppo la diffusione delle energie rinnovabili di cui il Paese ha forte bisogno.

Questi, nel dettaglio, i punti che Legambiente ritiene di sottolineare:

La centrale elettrica solare sorge in una ex-cava abusiva e abbandonata, ai margini di una zona Sic-Zps del fiume Enza. Un luogo che era difficile da recuperare ad altri usi ma che ben si adattava ad accogliere un impianto fotovoltaico a terra di medio-grandi dimensioni. In più l’avvallamento determinato dall’escavazione lo nasconde alla vista del piano di campagna, limitando l’impatto visivo, per quanto sia un problema marginale. L’impianto a terra è stato realizzato secondo modalità avanzate, con i pannelli installati su pali, senza pesanti opere di fondamenta, in modo da lasciare libero il terreno.

Nell’area intorno all’impianto fotovoltaico è stato realizzato un progetto di rinaturalizzazione, preceduto da un attento studio di osservazione sull’avifauna e la microfauna, che ha portato alla creazione di una zona umida e di una valorizzazione di un boschetto ripariale con piantumazioni e posa di necromasse.

Il metodo seguito è altrettanto importante: il Comune di Montechiarugolo ha gestito in proprio tutto il procedimento, con gara d’appalto europea curata nei minimi termini dagli uffici comunali, sfruttando in modo sinergico il lavoro dei dipendenti pubblici di vari settori. Questo permette al Comune di massimizzare le entrate dalla produzione di energia, non dovendo riversare ad altri soggetti gli incentivi del conto energia. E i numeri sono notevoli: introiti previsti per 1 milione di euro all’anno che permettono di ripagare in undici anni il leasing acceso con la banca, anche questa individuata tramite gara, ottenendo al contempo una disponibilità annua per le casse comunali di 400mila euro.

La possibilità, e la scelta, di costruire un impianto di taglia media ( 2 MW ) è significativo anche per la quantità di energia pulita prodotta (stimata in 2.192 MWh/anno), che porta ad un risparmio di 500 Pet, ossia tonnellate di petrolio equivalente.

Il meccanismo di produzione di energia, con relativo ritorno economico diretto, ha inoltre accelerato i progetti del Comune sul fronte dell’efficienza energetica dei propri beni. In particolare l’Amministrazione Comunale ha intenzione di sperimentare un progetto sull’illuminazione pubblica con introduzione di lampade a led (che consentono un risparmio del 55%) e nelle zone residenziali e a parcheggio sistemi di graduale abbassamento dell’intensità di luce, a seconda dell’orario, o sistemi di accensione dell’illuminazione on demand (a richiesta), ossia solo quando vi è effettivo passaggio o necessità per le persone.