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Rapporto Pendolaria 2010

2 milioni 700mila pendolari prendono il treno ogni giorno (+11,5% in tre anni), ma convivono con ritardi, affollamento, disagi

Presentato a Milano il dossier Pendolaria 2010 alla presenza di autorità Nazionali e Regionali.

Emilia Romagna: Stima di tagli del 32,6% sul trasporto ferroviario per il 2011 con aumenti tariffari tra il 10-20%

Il 2011 sarà, con tutta probabilità, l’anno nero del trasporto ferroviario in Italia. Verranno tagliati 154 treni a lunga percorrenza (su 600), mentre, per quanto riguarda il servizio ferroviario pendolare, mancano 800 milioni di Euro rispetto al 2010, ossia il 45 % delle risorse necessarie per garantire un servizio, già in molti casi carente. La conseguenza inevitabile sarà un drastico taglio dei treni in circolazione.
Pendolaria 2010, il dossier di Legambiente che da 5 anni fotografa puntualmente la situazione del trasporto ferroviario regionale e metropolitano in Italia, lancia un forte grido d’allarme per quella che nel 2011 diverrà una vera emergenza: sono moltissimi infatti, i treni e le tratte a rischio soppressione a fronte di forti aumenti dei prezzi per un servizio destinato a peggiorare nonostante la domanda in crescita in tutta la penisola.

I Governi che si sono succeduti in questi anni hanno premiato per il 70% gli investimenti in strade e autostrade, a scapito delle reti metropolitane (16% del totale), e soprattutto delle linee ferroviarie, con il solo 13,7% degli investimenti totali. L’Italia è l’unico Paese in Europa che finanzia strade e autostrade con risorse pubbliche che sono doppie rispetto a quelle previste per le ferrovie nazionali e regionali. Ed è questa la ragione per cui il servizio ferroviario pendolare in Italia ha standard così distanti dal resto dei Paesi europei. Analizzando le risorse da reperire (quindi ancora indisponibili), il discorso non cambia: manca il 61% dei fondi per le ferrovie a fronte del 30% che mancano per le strade.

Ma anche le Regioni continuano a privilegiare la strada a danno della ferrovia, sia in termini di spesa per le infrastrutture che per le risorse assegnate al servizio ferroviario pendolare.
Lo studio svolto per la campagna Pendolaria in Regione Emilia-Romagna ha messo in luce una enorme necessità di investimenti sulle linee regionali osservando che oltre il 55% dei treni monitorati (16 su 29) sulla tratta Rimini-Bologna è risultato in stato di sovraffollamento con carrozze chiuse e bagni fuori uso, oltre ai rilievi di numerose problematiche all’interno di alcune stazioni sulla tratta stessa(Faenza e Castel San Pietro Terme). Inoltre per il 2011 vi è una stima di tagli del 32,6% con aumenti tariffari del 10/20% .

Ma ci sono anche dati positivi. I numeri di Pendolaria 2010 mostrano, infatti, che dove si è investito con attenzione i risultati sono stati positivi, come in Campania, dove grazie al miglioramento del servizio, l’abbonamento unico e gli investimenti, dal 2000 al 2010 i viaggiatori sui treni sono cresciuti del 57%, con punte del 75% vicino all’area metropolitana di Napoli; In Toscana, i nuovi treni a doppio piano già in funzione in alcune linee, il recupero delle stazioni, e il Memorario (orario coordinato con altri mezzi del trasporto pubblico), hanno permesso una crescita degli abbonati del 18% in tre anni arrivando a 57.000 nel 2010.

Queste le priorità secondo Legambiente per rilanciare il trasporto pendolare.
Bisogna chiamare il Governo e la Regione Emilia Romagna alle proprie responsabilità. Occorrerebbe istituire un fondo nazionale per il trasporto locale, finanziato con i proventi di parte dell’accisa sui carburanti. Perché il trasporto pendolare è una componente fondamentale delle politiche nazionali dei trasporti e dunque si deve individuare un meccanismo di finanziamento certo per far crescere l’offerta di treni progressivamente nel tempo. E in quest’ambito si potrà affrontare il tema del costo di biglietti e abbonamenti, oggi adeguato a un servizio mediocre ma assai distante da quanto si paga oltre confine dove la qualità è molto migliore ma il costo degli abbonamenti è ovunque 3-4 volte superiore. Servono nuovi treni per i pendolari. L’affollamento dei convogli è sempre più spesso causa dei ritardi (per la difficoltà di accesso alle carrozze e di chiusura delle porte); occorre spostare nei nodi urbani la voce maggioritaria della spesa per infrastrutture. Almeno il 50% della spesa nazionale per le opere pubbliche deve andare alla realizzazione di nuove linee di metropolitane e del servizio ferroviario pendolare, di tram. Sulla restante parte la priorità deve andare, come in tutti gli altri Paesi europei alla ferrovia.
E’ di fondamentale importanza curare maggiormente la qualità del servizio utilizzando lo stesso tipo di attenzioni che si è messo in questi mesi sull’offerta di nuovi treni ad Alta Velocità e rafforzando l’attenzione per la pulizia delle carrozze e delle stazioni. Legare le politiche dei trasporti e urbanistiche nelle aree urbane. Alla base delle esperienze di maggiore successo di integrazione tra linee di trasporto ferroviario regionale e metropolitano con il trasporto pubblico locale nelle città europee è la forte condivisione di obiettivi e strategie tra i diversi Enti Locali e una attenta integrazione delle politiche urbanistiche e dei trasporti.

Rapporto Pendolaria 2010