Tagli e caos nell’inverno dei pendolari
Torna Pendolaria, la campagna di Legambiente dedicata al trasporto pendolare
Tagli del 44,2% al trasporto ferroviario in Emilia Romagna
Oltre il 55% dei treni monitorati sulla tratta Rimini-Bologna, per tre giorni consecutivi dalle 7 alle 9.30, inaccessibili per sovraffollamento
Riparte Pendolaria, la campagna di Legambiente, giunta alla sua quinta edizione, dedicata alla mobilità sostenibile e ai diritti di chi, ogni giorno, sceglie il trasporto pubblico su ferro per spostarsi.
E riparte anche l’allarme, che riguarda tutte le città italiane, dei tagli operati dal Governo ai treni pendolari, che minaccia la cancellazione di un treno su tre.
Dal 13 dicembre, con il nuovo orario invernale, si apre una stagione drammatica per i pendolari italiani, destinata, in assenza di nuovi provvedimenti, a peggiorare a causa dei tagli ancora più drastici che le Regioni saranno costrette ad operare. La Legge di Bilancio non ha risolto nulla in tal senso, anzi, ha certificato che per il 2011 mancano ben 800 milioni di Euro, pari al 45% delle risorse in meno rispetto allo scorso anno, mentre dal 2012 queste si ridurranno ancora. Con la Manovra di luglio infatti, sono stati cancellati ben 1.224 milioni di Euro di trasferimenti alle Regioni per le spese relative al servizio di trasporto ferroviario regionale, mentre dalla Manovra approvata la scorsa settimana dalla Camera sono previste risorse pari a 425 milioni per l’acquisto di treni pendolari. La beffa è che i soldi per l’acquisto dei nuovi treni verranno utilizzati dalle Regioni per “salvare” la circolazione di quelli esistenti. Quindi, comunque, meno treni e soliti vecchi disagi.
Evidente risulta lo squilibrio fra i tagli al trasporto su ferro rispetto alle risorse destinate al trasporto su gomma, cui la Legge Bilancio destina 400 milioni di euro e investimenti complessivi per 1230 milioni di euro per nuove strade a autostrade tra Legge Obiettivo e Expo di Milano.
Ma quali sono le più probabili conseguenze per i pendolari italiani? La prima certezza è l’aumento del prezzo dei biglietti, clausola obbligatoria fissata dalla Legge di Bilancio, comunque assolutamente insufficiente. La seconda sono i tagli, che potranno variare a seconda delle risorse che le Regioni riusciranno a togliere ad altri capitoli di spesa, con una dimensione che varia tra il 10 e il 30% dei treni da cancellare e che si comincerà in parte a vedere già con l’orario che scatterà il 13 dicembre.
Ciliegina sulla torta, una percentuale di taglio dei fondi al servizio ferroviario in Emilia Romagna del 44,2% tra 2010 e 2011, in un quadro nazionale disastroso, con tagli alle Regioni mediamente del 45%.
“I tagli alle Regioni sono assolutamente in controtendenza rispetto alla quantità di pendolari che ogni giorno utilizzano il trasporto ferroviario in condizioni disagiate e di sovraffollamento”- afferma Kim Bishop della Direzione regionale Emilia Romagna- “inoltre, il Piano regionale sui Trasporti ’98, confermato dal nuovo Piano dei Trasporti in fase di discussione, ha destinato il 70% dei fondi all’Alta Velocità, lasciando ora le briciole agli investimenti sui treni pendolari e, più in generale, regionali, che necessiterebbero di rinnovamento e aumento nel numero”.
In particolare, in Emilia Romagna, da un monitoraggio effettuato per tre giorni consecutivi dalle 7 alle 9.30 sulla tratta Rimini-Bologna su 29 treni, ben 16 (oltre il 55%) sono risultati inaccessibili per sovraffollamento. Tra questi, quattro treni presentavano almeno due carrozze chiuse con ulteriori problemi di capienza del convoglio.
Ad aggiungersi al consueto malcontento per la poca pulizia delle carrozze, per la prevalente inagibilità dei bagni e per l’usura e la sporcizia dei sedili, i negativi risultati provenienti dal monitoraggio sulla qualità di due stazioni: Faenza e Castel San Pietro Terme.
Per quanto riguarda la prima, insufficienti risultano le erogatrici di biglietti e addirittura assenti gli ascensori e le agevolazioni per i disabili, così come i parcheggi di scambio. Inoltre, non esiste una sufficiente corrispondenza di orari tra i treni ed i mezzi di trasporto urbano e non sono presenti collegamenti dopo le ore 20.
Il caso di Castel San Pietro Terme, poi, risulta davvero preoccupante sotto tutti gli aspetti: la stazione non presenta sportelli di vendita biglietti, addirittura vi è una sola erogatrice, né servizi igienici funzionanti. Del tutto assenti il personale ferroviario e i tutori dell’ordine pubblico, per cui la fermata risulta prevalentemente abbandonata.
Fuori dalla stazione la situazione non migliora, poiché non vi sono collegamenti assicurati dopo le 20, né rastrelliere per bici anche a distanza o piste ciclabili.
La campagna Pendolaria di Legambiente, fino a gennaio 2011, darà voce ai pendolari attraverso diverse iniziative e continuerà a chiedere i necessari interventi, raccogliendo anche i video-messaggi girati dalle persone che ogni giorno affrontano i disagi della mobilità ferroviaria: il 14 dicembre Legambiente farà il punto sulla situazione e presenterà il rapporto Pendolaria 2010.