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Fotovoltaico: Legambiente propone alla Regione le regole per un corretto inserimento nel territorio

Deve esser favorito l’uso di coperture di edifici e aree degradate

Nell’ambito del processo di redazione del Piano Energetico attuativo avviato dalla Regione, Legambiente Emilia Romagna avanza le sue prime proposte, puntando l’attenzione sulle regole per il fotovoltaico.

Tre le priorità secondo l’Associazione:
– promuovere sempre più l’utilizzo del fotovoltaico sulle coperture degli edifici, anche con strumenti non economici;
– evitare gli interventi al suolo che si sostituiscano alla pratica agricola e coprano interi poderi;
– censire ed indicare le aree già degradate dei Comuni che possano prestarsi per la realizzazione di impianti al suolo.

La strada maestra da battere deve essere quella di agevolare e favorire sempre più l’utilizzo dei pannelli fotovoltaici sui tetti degli edifici, che ancora non hanno avuto la diffusione auspicabile; se tra le motivazioni iniziali di tale carenza si può rilevare il costo, molto è dipeso anche da cause burocratiche e culturali: si pensi ai tempi di allaccio o alle richieste a volte contraddittorie degli uffici tecnici comunali.
Purtroppo, secondo l’Associazione, in questo scorcio di fine anno, col profilarsi della decurtazione degli incentivi del Conto Energia, si è assistito al proliferare di impianti al suolo senza nessuna regola e che in molti casi hanno visto la completa sostituzione dell’attività agricola in interi poderi; quasi sempre in questi casi i soggetti responsabili degli impianti non hanno nulla a che fare con gli agricoltori.

Come già segnalato a maggio da Legambiente, il fotovoltaico oggi può essere anche un’utile integrazione al reddito agricolo di aziende che faticano a far quadrare i conti, ma non vi può essere in alcun caso completa sostituzione della pratica agricola. Ciò vale soprattutto nelle aree di pianura che da un punto di vista agronomico sono tra le più fertili e produttive dell’intero Paese e la cui tutela e conservazione deve essere al centro della politica agricola ed ambientale regionale.

Per questo occorre che nella declinazione regionale delle Linee guida nazionali ci si doti con urgenza di regole chiare che pianifichino l’inserimento delle rinnovabili nel territorio e sappiano al contempo tutelare la risorsa suolo.

Rispetto alle modalità, Legambiente ricorda che i passaggi di definizione ed approvazione di questi strumenti devono essere tali da assicurare l’espressione del parere del mondo ambientalista e lamenta fino ad ora un’assenza di interlocuzione regionale.
“Rimaniamo stupiti” -dice Lorenzo Frattini, Presidente regionale dell’Associazione- “che si convochino tavoli con associazioni di categoria, come quelle agricole, senza che si pensi a coinvolgere altri portatori di interessi diffusi. Per questo chiediamo a breve un tavolo di confronto”.

Le proposte di Legambiente Emilia-Romagna