Le dichiarazioni di Matteoli e Autostrade confermano ciò che Legambiente sostiene da anni: il passante non si può fare
Passante di Bologna? Tutto da rifare. Il Governo ha preso atto dell’impossibilità di un affidamento diretto ad Autostrade per L’Italia: la Commissione Europea ha confermato ancora una volta che la bretella autostradale di 40 km non si può fare senza gara d’appalto europea
Le dichiarazione del Ministro Matteoli e di Giovanni Castellucci (Autostrade per L’Italia), lunedì scorso a Bologna nell’ambito dell’assemblea dell’ANCE confermano ciò che Legambiente, WWF e comitati sostengono da anni, il Passante autostradale di Bologna così com’è non si può fare.
Già lo scorso anno, su richiesta dell’associazione ambientalista, la Commissione Europea aveva dato comunicazione che per l’eventuale realizzazione del Passante Autostradale di Bologna sarebbe stata necessaria una gara di appalto e che le autorità italiane si erano impegnate in tal senso, ponendo il veto alla proposta di affidamento diretto della costruzione e gestione ad Autostrade per l’Italia, che era invece subito apparso l’unico modo per la costruzione di un’opera difficilmente sostenibile sia sul piano ambientale che su quello economico.
Tra dichiarazioni, appelli delle associazioni dei costruttori e processioni di amministratori a Bruxelles, si è assistito in questi anni ad un film già visto in cui risaltava sempre più evidente il vero motivo del progetto e cioè il disegno di una ulteriore espansione urbana dell’area bolognese, con nuovo consumo di suolo agricolo e le immancabili speculazioni immobiliari connesse. Ora, la proposta di Castellucci di una versione “light”, un “potenziamento fuori sede dell’attuale tracciato, compatibile con le prescrizioni dell’Europa” rende evidente che è già stata messa la parola fine a questa grande opera inutile e dannosa.
Il progetto del Passante Autostradale – ha dichiarato Lorenzo Frattini, Presidente di Legambiente Emilia-Romagna – è devastante e insensato, in quanto porterebbe al consumo di vaste porzioni di territorio ed enormi quantità di risorse pubbliche senza rispondere alle vere esigenze di mobilità dell’area metropolitana, visto che i dati sulla mobilità ci dicono che il 73,3% degli spostamenti riguarda una distanza inferiore ai 10 km. Ora, dopo il no dell’Unione Europea, si vorrebbe provare a “salvare il salvabile” proponendo una versione “mini” del progetto, che rimane comunque un’opera costosa, inutile e dannosa, figlia di una logica sbagliata che punta a incentivare ulteriormente il traffico su gomma, producendo altra congestione e inquinamento”.
“In questo periodo di crisi – ha aggiunto Frattini – è invece fondamentale utilizzare i pochi fondi disponibili per incentivare la mobilità realmente sostenibile: invece di continuare a perdere tempo in inutili teatrini si prenda atto che il Passante Nord non si farà mai e ci si impegni per potenziare il trasporto metropolitano e regionale, vere emergenze della mobilità di Bologna e della Regione”.